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Il giornale Charlie Hebdo torna su Maometto con un fumetto sulla sua vita

Ogni volta che il settimanale satirico francese ha parlato del profeta ha scatenato delle violente proteste da parte del mondo islamico ma nonostante questo è ora in arrivo una “biografia autorizzata”. Ma dalla redazione promettono: “Non si intende ridicolizzare Maometto”.
A cura di Susanna Picone
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Ogni volta che il settimanale satirico francese ha parlato del profeta ha scatenato delle violente proteste da parte del mondo islamico ma nonostante questo è ora in arrivo una “biografia autorizzata”. Ma dalla redazione promettono: “Non si intende ridicolizzare Maometto”.

L’ormai noto settimanale satirico francese “Charlie Hebdo” torna a far parlare di sé con l’annuncio della pubblicazione, il prossimo mercoledì, di un volume speciale. A chi sarà dedicato? Ancora una volta, ed è questo il problema, al profeta Maometto. “Personaggio” già tirato in ballo altre volte e che puntualmente ha scatenato la reazione, anche violenta, del mondo islamico. Nel novembre del 2011 la sede del settimanale francese fu data alle fiamme dopo la pubblicazione di uno speciale dal nome “Sharia Hebdo” nel quale vi erano delle caricature del profeta, lo scorso settembre invece altre vignette satiriche avevano scatenato l’ira del mondo arabo già infiammato dalle proteste contro il film “The innocence of muslins”. Ma questa volta non si tratta di una provocazione, dicono dalla Francia. Secondo quanto ha annunciato il direttore della testata e disegnatore delle strisce Charb, sarà un volume a fumetti intitolato “La vita di Maometto” e basato sui testi di alcuni autori islamici.

Le proteste potrebbero insorgere per il solo fatto di rappresentare Maometto – Il direttore Charb ha sottolineato che l’idea della biografia a fumetti di Maometto risale al 2006 (quando vennero fuori le vignette apparse per prima su un giornale danese) e che si tratta di informazioni dei musulmani “semplicemente tradotte in immagini”. Il timore di nuove proteste, in ogni caso, è reale già solo per il fatto che i musulmani non accettano la rappresentazione fisica di Maometto e di Allah. Il direttore Charb ha però detto qualche parola anche su questo tema affermando che il divieto è “solo una tradizione non citata dal Corano”. Dalla redazione di Charlie Hebdo, insomma, sperano che “i musulmani più saggi non condanneranno” la biografia a fumetti. Ma le “tesi” del settimanale satirico basteranno per non far riaccendere nuovamente la protesta del mondo islamico?

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