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Covid 19

Il Covid è la prima causa di morte in Europa: situazione drammatica nei paesi con pochi vaccinati

L’andamento dei contagi, come quello dei decessi, è inversamente proporzionale rispetto alla popolazione vaccinata: dove la copertura dei vaccini è maggiore si muore molto meno.
A cura di Davide Falcioni
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Nella ricca Europa, il continente con i più avanzati sistemi di sanità pubblica, il Covid è diventato ormai la prima causa di morte e l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato nei giorni scorsi che entro la fine dell'inverno le vittime della pandemia potrebbero arrivare a due milioni: l'andamento dei contagi, come quello dei decessi, è inversamente proporzionale rispetto alla popolazione vaccinata. Laddove la campagna d'immunizzazione ha avuto maggiore successo – come in Portogallo, Spagna e Italia – le vittime sono ancora contenute nell'ordine delle poche decine al giorno; nei paesi in cui invece la popolazione è stata più scettica nei confronti dei vaccini i morti sono centinaia, o superiori a mille, ogni giorno.

A confermare il rapporto diretto tra decessi e scarsa adesione alla campagna vaccinale sono ancora una volta i dati. Il tasso di mortalità relazionato al numero dei casi vede in cima alla classifica Romania e Bulgaria, con il 4,43 e il 3,83% dei decessi rispetto alle infezioni. Si tratta, guarda caso, anche degli stessi Paesi che hanno vaccinato meno la loro popolazione e che oggi sono alle prese con una quarta ondata travolgente, che sta mettendo in ginocchio gli ospedali e persino gli obitori.

Insomma, da alcune settimane il nuovo epicentro mondiale della pandemia di Covid 19 è il Vecchio Continente. Secondo l'Ispi (Istituto Europeo di Politica Internazionale) "di tutti i decessi per Covid registrati nel mondo durante l’ultima settimana, circa il 50% è imputabile all'Europa e in molti paesi, tra cui la Germania, i contagi sono ai massimi da inizio pandemia. Uno scenario che si pensava di scongiurare grazie ai vaccini, ma che un mix di progressivo calo della loro efficacia nel tempo, reticenza a farseli iniettare e prematura rinuncia alle mascherine ha riportato alla ribalta".

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