Il Burkina Faso ha criminalizzato l’omosessualità: dal carcere all’espulsione, cosa si rischia

La giunta militare alla guida del Burkina Faso, paese dell'Africa occidentale, ha approvato una legge che criminalizza l'omosessualità. Chiunque venga giudicato colpevole di "pratiche omosessuali o analoghe" verrà punito con la detenzione in carcere dai 2 ai 5 anni così come con una multa. Lo ha comunicato il ministro della Giustizia Edasso Rodrigue Bayala, che ha definito gli atti omosessuali come "bizzarri", durante una diretta sulla Tv di stato. La nuova norma prevede anche l'espulsione dal paese per le persone straniere coinvolte in relazioni omosessuali. Inoltre, le autorità hanno dichiarato che la decisione sarà accompagnata da una campagna di sensibilizzazione.
La legge era già stata approvata in bozza nel luglio 2024, quando non ne erano ancora stati diffusi i dettagli, mentre ora è passata definitivamente. È stata infatti votata unanimemente dai 71 membri non eletti dell'Assemblea legislativa di transizione (ALT), che funge da Parlamento da quando la giunta militare guidata da Ibrahim Traoré ha preso il potere con un colpo di stato nel 2022.

Fino a ora il Burkina Faso faceva parte dei 22 stati africani dove l'omosessualità è legale. Ma con questa decisione ha seguito la strada di altri paesi, come il Mali, suo alleato altrettanto governato da una giunta militare, che ha adottato una legge di criminalizzazione dell'omosessualità nel novembre del 2024. Anche il Ghana ha introdotto una legislazione anti-queer a marzo di quest'anno, mentre l'Uganda ha approvato l'atto "anti-omosessualità" nel 2023.
Secondo la Ong Outright International, che si occupa di diritti Lgbtiq+, la decisione della giunta del Burkina-Faso riflette il sentimento popolare. Il sito dell'organizzazione riporta infatti i dati raccolti nel 2019 dal network di ricerca indipendente Afrobarometer, secondo cui solo l'8% degli abitanti del paese accetterebbe di avere un vicino omosessuale.