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Attentato terroristico a Vienna

I tre “eroi” di Vienna che hanno salvato il poliziotto: sono due lottatori turchi e un palestinese

Mikail Özen e Recep Tayyip Gültekin, due giovani lottatori di Mma turchi, e Osama Joda, 23enne palestinese che stava lavorando al McDonalds di Schwedenplatz, oggi vengono definiti “eroi” in Austria. I tre si sono ritrovati in mezzo all’attacco terroristico e non hanno esitato a salvare un’anziana signora e il poliziotto rimasto gravemente ferito.
A cura di Susanna Picone
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All'indomani dell'attentato terroristico di Vienna tre giovani che ieri sera si trovavano nella capitale dell'Austria stanno conquistando le pagine dei giornali, dove vengono definiti "eroi". Sono Mikail Özen e Recep Tayyip Gültekin, giovani lottatori di Mma, turchi e musulmani, che erano usciti per bere una tazza di caffè "sfruttando" l'ultima sera prima del lockdown, e Osama Joda, un 23enne palestinese. I tre, che si sono ritrovati in mezzo all'attacco terroristico, hanno il merito di aver aiutato alcune delle persone colpite. Tra gli altri un poliziotto poi ricoverato in terapia intensiva. “Abbiamo aiutato, perché dovevamo farlo”, ha raccontato poi Özen in un video sui social. “Noi musulmani di origine turca aborriamo ogni tipo di terrore. Siamo per l’Austria, siamo per Vienna. Rispettiamo l’Austria”, ha detto ancora dopo la serata di terrore.

Mikail Özen e Recep Tayyip Gültekin prima hanno tratto in salvo un'anziana signora, poi hanno portato l'agente fino all'ambulanza. Uno di loro è anche rimasto lievemente ferito a una gamba e ha raccontato di aver evitato di recarsi in ospedale per non essere "un peso" considerato che sicuramente ci sarebbero stati molti feriti. Il 23enne invece stava lavorando al McDonalds di Schwedenplatz ed è stato il primo a soccorrere il poliziotto. Come riportano i media di Vienna, il giovane non è sconosciuto alle cronache locali: l'anno scorso gli avevano negato la casa perché musulmano. Prima ancora che i due lottatori di arti marziali potessero trascinare il poliziotto sull’ambulanza, il giovane palestinese aveva portato in salvo l’agente dietro una panchina e gli aveva fornito il primo soccorso. “L’ho tirato dietro la panchina di cemento e ho cercato di fermare l’emorragia. L’assassino ha sparato da circa 20-30 metri di distanza. C’era sangue dappertutto ”, ha raccontato al Kurier.

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