I dazi fanno male a Trump, economia americana in calo: Pil diminuisce dello 0,3%, è la prima volta dal 2022

L'economia americana peggiora, dopo la guerra commerciale che il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato al mondo, con l'imposizione dei dazi. Il Pil statunitense infatti è diminuito dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, ben al di sotto delle attese che erano per un +0,4%, secondo la stima preliminare diffusa dal Bureau of economic analysis: è la prima volta dall'inizio del 2022, a causa soprattutto dell'aumento record delle importazioni. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,4%.
L'incremento delle importazioni è legato al fatto che le aziende americane hanno fatto il pieno di beni stranieri, prima dell'entrata in vigore dei dazi voluti dal presidente Donald Trump. Il deficit commerciale ha pesato per 4,8 punti percentuali sul Pil. L'indice dei prezzi per gli acquisti interni è salito del 3,4%, mentre l'indice Pce ha segnato un +3,6%, in accelerazione rispetto al +2,4% del trimestre precedente.
Dopo il dato negativo sul Pil Usa, la Borsa di Wall Street ha aperto ieri in netto calo: il Nasdaq ha avviato le contrattazioni in calo del 2,15%, l'S&P dell'1,47% e il DJ dello 0,77%. Poi in serata si è registrata una chiusura mista: il Dow Jones fa segnare +0,35% mentre in Nasdaq chiude a -0,09%.
Secondo il New York Times, nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Secondo il giornale, per i mercati finanziari il calo del 7% dell'indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell'agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi sarebbe persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all'inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un'economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all'altro. La situazione, dice il quotidiano, è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilità nei mercati finanziari.
Trump scarica la colpa su Biden
Ma per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "è tutta colpa di Biden": "Ci sarà un boom economico", ha assicurato, però "ci vorrà del tempo". Per il momento dunque il tycoon ha scaricato le colpe sul predecessore: "Siamo entrati in carica a gennaio, questi sono numeri trimestrali e abbiamo ereditato un disastro in tanti settori".
Parlando ai leader aziendali alla Casa Bianca, ieri Trump ha nuovamente criticato il presidente della Federal Reserve Jerome Powell per non aver abbassato i tassi di interesse. Powell ha citato gli ingenti dazi imposti da Trump sulle importazioni da quasi tutti i Paesi, tranne la Russia, come motivo per temere l'inflazione e quindi non abbassare i tassi. "I tassi dei mutui sono in realtà leggermente scesi, anche se ho una persona alla Fed di cui non sono un grande fan", ha detto Trump.
"Ma va bene, questi sono dettagli di poco conto. Non ditegli che l'ho detto io, per favore". "Voglio dire, dovrebbe ridurre l'energia… dovrebbe ridurre i tassi di interesse", ha aggiunto il presidente. "Penso di capire i tassi di interesse molto meglio di lui, perché ho dovuto davvero usare i tassi di interesse. Ma dovremmo far scendere i tassi di interesse, sarebbe positivo, ma non importerebbe poi così tanto, perché in definitiva ciò che stiamo creando ha molto più a che fare con altre cose che con i puri tassi di interesse, ma sarebbe bello per le persone che vogliono acquistare case e altre cose".
Sul fronte dei dazi, Trump ha detto che gli americani potrebbero dover rivedere le proprie abitudini di spesa e consumo alla luce della guerra commerciale che l'amministrazione sta portando avanti contro la Cina. L'inquilino della Casa Bianca ha provato a minimizzare i problemi causati dalle nuove tariffe contro Pechino. "Sapete, qualcuno ha detto che gli scaffali resteranno vuoti. Beh, forse i bambini avranno due bambole invece di 30, e forse le due bambole costeranno un paio di dollari in più del normale", ha affermato.
Il presidente ha poi evidenziato che i consumatori statunitensi non hanno bisogno dei prodotti che la Cina spedisce, nonostante l'ampio consumo di beni cinesi a basso costo negli Stati Uniti. "Non stiamo parlando di qualcosa per cui dobbiamo fare di tutto".
Poi, partecipando al programma televisivo Newsnation, il presidente americano ha ribadito che ci sono "probabilità molto buone di raggiungere un accordo" sui dazi con la Cina. "Ma lo faremo alle nostre condizioni e dovrà essere equo",
Inoltre ha aggiunto che potrebbe fare presto accordi con India, Corea del Sud e Giappone sulle tariffe commerciali. A una domanda su quando avrebbe annunciato le intese, il tycoon ha risposto che "abbiamo potenziali accordi" con i tre Paesi, spiegando in ogni caso che i negoziati sono in corso. Trump ha ricordato che oltre 100 Paesi attendono di raggiungere un accordo sui dazi con gli Stati Uniti. "Siamo in una posizione di forza", ha affermato.