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Guerra in Ucraina

Guerra Russia Ucraina, cos’è successo stanotte: 8 bambini uccisi in un bombardamento a Sumy

I russi hanno bombardato la città nord orientale di Sumy, centro di 200mila abitanti; secondo Dmytro Zhyvytsky, coordinatore dell’amministrazione militare regionale, si conterebbero numerose vittime anche tra i minori.
A cura di Davide Falcioni
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Anche quella appena trascorsa è stata in Ucraina una notte di combattimenti e morte. Nel tredicesimo giorno di conflitto le forze armate russe hanno bombardato incessantemente la città nord orientale di Sumy, centro di 200mila abitanti; secondo Dmytro Zhyvytsky, coordinatore dell'amministrazione militare regionale, si conterebbero numerose vittime anche tra i civili. L'ufficiale, in una serie di post pubblicati su Facebook e corredati da foto e video, ha parlato di diversi bambini uccisi dalle bombe, almeno otto: "Dopo le 11 di sera del 7 marzo 2022 gli aerei nemici russi  hanno iniziato a bombardare alloggi residenziali a Sumy e Okhtyrcí. Sono state distrutte diverse case nel villaggio di Bitytsia. Le informazioni sui morti e sui feriti sono costantemente aggiornate. Tra le vittime ci sono anche dei bambini. Non lo perdoneremo mai".

Dalle 10 di Mosca cessate il fuoco e corridoi umanitari

Mentre proseguono i combattimenti ieri si è tenuto al confine tra Ucraina e Bielorussia il terzo round di negoziati; i dettagli del vertice non sono stati resi noti ma Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha dichiarato che "ci sono stati piccoli sviluppi positivi nel miglioramento della logistica dei corridoi umanitari", aggiungendo che "continueranno le intense consultazioni sulla cessazione delle ostilità. Finora non ci sono risultati che migliorino significativamente la situazione". Un accordo positivo, seppur temporaneo, è stato comunque raggiunto: dalle 10 di oggi, orario di Mosca (le 8 in Italia) la Russia dichiarerà il cessate il fuoco per consentire la fuga di civili dalle città di Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol. Ogni altro tentativo di interrompere le ostilità fatto nei giorni scorsi è fallito.

Gas e petrolio, le minacce della Russia all'Europa

Nel frattempo mentre dall'Unione Europea si annunciano nuove sanzioni verso Mosca il Cremlino ha minacciato ritorsioni, ventilando per la prima volta la possibilità che vengano "chiusi i rubinetti del gas" all'Europa e imposto anche un aumento del prezzo del petrolio, che potrebbe salire a 300 dollari al barile. Giovedì i leader europei si incontreranno a Versailles per discutere dell'interruzione dell'acquisto di idrocarburi russi, ma Mosca ha avvertito che qualsiasi decisione del genere potrebbe rappresentare una catastrofe per il mercato globale. "Un rifiuto del petrolio russo porterebbe a conseguenze catastrofiche per il mercato globale", ha affermato il vice primo ministro russo Alexander Novak, dichiarando che il prezzo del petrolio potrebbe più che raddoppiare, superando i 300 dollari al barile.

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