Grecia, tra crisi e prostituzione: donne costrette a vendersi per un panino

I fatti di Parigi sembrano aver messo in secondo piano la crisi greca, che neanche un mese fa catalizzava le attenzione dei quotidiani europei, e non solo. Ma se Atene non è più sulle prime pagine, la dolorosa austerity imposta dalla Trojka prosegue, con testimonianze spesso angoscianti. E’ il caso della prostituzione, che nella penisola ellenica trova oggi il maggior numero di “occupate” d’Europa con oltre 18.000 donne attive. Se un tempo a farla da padrone erano i Paesi dell’Est, oggi i tempi sono cambiati e a dominare è dunque la Grecia. Secondo una ricerca condotta dal Centro greco per le Scienze sociali e dall'università Panteion – riportata dall'International business times – il numero di persone che offrono prestazioni sessuali in Grecia è salito del 150% durante i sette anni della crisi.
Ma la situazione è tutt’altro che rosea per le prostitute di Atene e dintorni. Uno studio pubblicato dal britannico ‘The Indipendent’ ha infatti evidenziato come le giovani donne greche arrivino a vendere il proprio corpo per il prezzo di un panino. “Molte donne vendono il proprio corpo per un sandwich – dice il sociologo dell’Università di Atene Gregory Laxos – semplicemente perché sono affamate. Altre per procurarsi droga, altre ancora semplicemente per pagare le bollette. Prima della crisi, il ‘rate’ minimo per una prestazione sessuale era di circa 50 euro, ora siamo scesi a poco più di due euro. E non si tratta di straniere, perché lo studio ha accertato che circa l’80% delle prostitute sono di nazionalità greca”.
Peraltro la legge in materia in materia non aiuta particolarmente. La prostituzione in Grecia è legale, ma la maggior parte dei bordelli non è censito o non è ufficialmente riconosciuto. Peraltro le donne devono aver superato una lunga lista di test e devono rispondere a diversi requisiti essere iscritte nella categoria. Così succede che sono solo un migliaio le prostitute ufficialmente registrate. “Mano a mano che venivano poste in atto le misure di austerità – ha spiegato va Cossé, ricercatrice dell'organizzazione Human rights watch,- sono aumentati i casi di Hiv, di depressione e i suicidi, mentre centinaia di migliaia di persone sono state del tutto escluse dal sistema sanitario nazionale. Alcune ormai vivono per le strade e altre ci vanno in cerca di droga o per vendere sesso”. E in questi anni l’età media delle donne costrette a vendersi è diminuita drasticamente, scendendo tra i 17 e i 20 anni. Un recente caso ha scioccato il Paese: una donna di 44 anni faceva prostituire la figlia di 12 anni ed è stata condannata a 33 anni di carcere.