G20: “Lotta contro chi finanzia terroristi”. Turchia: “Assad non si ricandiderà”

Bisogna contrastare in ogni modo "i canali di finanziamento del terrorismo con il congelamento degli asset dei terroristi e applicando sanzioni verso i regimi che li finanziano" , è questo uno dei temi centrali discussi oggi durante il G20 in Turchia dopo quanto accaduto a Parigi venerdì sera. Nel documento dedicato al terrorismo si ricorda inoltre che tra le misure più urgenti c'è il "blocco del flusso dei foreign fighters" verso la Siria e il contrasto alla propaganda sul web sopratutto attraverso un maggiore cooperazione nello scambio di informazioni tra intelligence. Nella prima bozza del documento i leader del G20 hanno ribadito inoltre che il "terrorismo non è e non può essere legato a nessuna religione, nazionalità, civiltà o gruppo etnico" e si sono impegnati rafforzare collettivamente la sicurezza globale dell'aviazione civile.
Per quanto riguarda l'altro tema centrale e connesso con il terrorismo islamico, cioè la questione siriana, importanti novità sono state annunciate invece dalla stessa Turchia. Il presidente siriano Bashar al Assad "non si candiderà nelle prossime elezioni previste dopo il periodo di transizione in Siria" ha rivelato infatti il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante la conferenza stampa di chiusura del summit del G20 di Antalya. Dunque potrebbe esserci una via d’uscita all'impasse diplomatica per i negoziati sulla Siria che vedono opposti la Russia, amica di Assad, e gli Stati Uniti e i suoi alleati.
Secondo il ministro degli Esteri turco Feridun Sinirlioglu, citato dall’agenzia di Stato Anadolu, nel dettaglio "Assad lascerà entro sei mesi in un modo e una data concordati dopo che il nuovo governo di transizione sarà creato e assumerà i poteri esecutivi". Successivamente una bozza della nuova costituzione verrà preparata in 18 mesi e le elezioni si svolgeranno di conseguenza. Ovviamente si tratta solo di una proposta che però potrebbe essere un primo punto di intesa tra Mosca e Washington. Di questo si è parlato anche durante il colloquio faccia a faccia tra Obama a e Putin, il primo dopo una fase di rapporti freddi tra i due Paesi.
"L’Isis è il volto del diavolo. Dobbiamo distruggerlo, ma i fatti di Parigi ci dicono che non basta colpire l’Isis in Siria e Iraq" ha avvertito però Barack Obama nella conferenza stampa al termine del G20 in Turchia. Il presidente americano ha sottolineato anche che inviare le truppe di terra in Siria sarebbe un errore. "Sappiamo che la battaglia contro l’Isis è di lungo termine e ci stiamo muovendo per ridurre le loro fonti di finanziamento", ha proseguito Obama, aggiungendo: "Dobbiamo intensificare le nostre strategie contro ogni singolo gruppo terroristico".