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Freedom Flotilla sequestrata, udienza per La Piccirella: “Per il tribunale israeliano detenzione legittima”

“Abbiamo appena ricevuto il verdetto del tribunale israeliano che afferma che la custodia e la deportazione di Tony La Piccirella sono legittime”, spiega il team legale di Freedom Flotilla Coalition a Fanpage.it. La nave Handala è stata fermata tra sabato e domenica mentre tentava di raggiungere Gaza con aiuti umanitari.
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Tony Lapiccirella a bordo di Handala
Tony Lapiccirella a bordo di Handala

Mentre Antonio Mazzeo, attivista e giornalista a bordo della Handala atterrava in lacrime a Fiumicino, in Israele si è svolta l’udienza di Tony La Piccirella, l’altro connazionale rapito in acque internazionali dall’esercito di Tel Aviv.

Entrambi si trovavano a bordo dell’imbarcazione della Freedom Flotilla Coalition diretti verso Gaza con un carico di aiuti umanitari per la popolazione palestinese, affamata a morte da quasi due anni di offensiva israeliana. Nella notte tra sabato e domenica i 21 membri dell'equipaggio sono stati intercettati, rapiti e detenuti dai militari israeliani. Tre di loro hanno firmato un documento di “deportazione volontaria” nel loro paese di origine, tra cui Mazzeo, altri 14 hanno rifiutato, tra cui La Piccirella.

Due attivisti con cittadinanza israeliana sono stati, invece, detenuti e in seguito rilasciati sotto la custodia del team legale di Freedom Flotilla – l’organizzazione Adalah (un'organizzazione non governativa con sede a Haifa, in Israele, che si dedica alla difesa dei diritti umani della minoranza araba in Israele e dei palestinesi che vivono sotto occupazione israeliana), mentre altri quattro attivisti non hanno ancora incontrato gli avvocati.

“Oggi si sono tenute le udienze del tribunale per i 14 attivisti, incluso Tony, che si trovavano a bordo della Handala", ci spiega una delle avvocate di Adala. “Ieri c’è stata l’udienza preliminare, che rappresenta il primo passo della procedura. La decisione presa in quell’occasione è stata di mantenere gli attivisti in custodia e attendere il rimpatrio”.

“Oggi invece si è tenuta l’udienza vera e propria, quella del tribunale, che ha esaminato la legalità della decisione presa ieri. Proprio adesso abbiamo ricevuto il verdetto del tribunale, che afferma che la custodia e la decisione di deportazione sono legittime. In pratica, il tribunale ha confermato le disposizioni prese ieri”, continua ai microfoni di Fanpage.it.

Il procedimento avviato contro gli attivisti è stato condotto sulla base della legge sull’ingresso in Israele — la cosiddetta "Entry to Israel Law" — che afferma che i membri della Freedom Flotilla sarebbero entrati illegalmente nel Paese. Di conseguenza, Israele li ha fermati e adesso intende detenerli e deportarli nei loro Paesi di origine, ma gli attivisti navigavano in acque internazionali quando sono stati attaccati, dove Israele non ha alcuna giurisdizione. Non avevano ancora provato a forzare il blocco via mare che dal 2007 Israele impone sulla Striscia. Ma anche se l'avessero forzato la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha già stabilito, in via provvisoria, che nessuno può ostacolare aiuti umanitari verso Gaza, considerando il rischio concreto di genocidio.

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Trattandosi di una missione umanitaria, il blocco della Handala non solo viola la sentenza della CIG ma dimostra che Israele sta volontariamente affamando a morte la popolazione di Gaza. Il che rende illegale la detenzione del nostro connazionale, e di tutti gli altri membri dell'equipaggio.

"Noi abbiamo sostenuto che, innanzitutto, gli attivisti sono stati rapiti in acque internazionali. Sono stati trascinati con la forza in Israele contro la loro volontà. Pertanto, la legge sull’ingresso in Israele, e tutta la procedura che ne consegue è illegale e Israele non ha alcuna autorità per applicarla in questo caso", continua l'avvocata, "in secondo luogo – e credo che questo sia l’aspetto più importante – l’altra accusa è che esiste un assedio su Gaza e che gli attivisti avrebbero violato questo assedio. A questo proposito, abbiamo sostenuto che l’assedio su Gaza è illegale, e che qualsiasi divieto all’ingresso di aiuti umanitari è anch’esso illegale. Pertanto, le autorità israeliane dovrebbero permettere agli attivisti di portare a termine la loro missione umanitaria: far arrivare latte in polvere per neonati, medicine, giocattoli e altri beni destinati ai bambini affamati di Gaza".

Anche per questo e in solidarietà con la popolazione di Gaza, dove solo ieri altre 14 persone sono morte di fame – in totale sono 147 i gazawi morti per la fame imposta da Israele a Gaza negli ultimi 21 mesi – Tony e il resto degli attivisti sono in sciopero della fame dalle ore 18 di due giorni fa.

“Nonostante tutto Tony sta bene – rassicura l’avvocata – sia fisicamente che mentalmente. Il suo morale, come quello degli altri compagni, è molto alto. Sono tutti insieme. Mandano amore e saluti a famiglia, amici, a tutti. Tony mi ha detto, quando l’ho incontrato, che tornerà presto a casa”.

“Dalle esperienze precedenti – conclude – sappiamo che le autorità israeliane cercano di espellere gli attivisti il prima possibile. Quindi ci aspettiamo che prenotino un volo forse già per stasera, oppure per domani o dopodomani. Stiamo chiedendo alle autorità di fornirci i dettagli del volo, così da poterli comunicare alle famiglie e tenere tutti aggiornati e informati nel dettaglio”.

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