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Filippo Mosca in carcere in Romania, domani udienza per domiciliari. La mamma: “Riflettori restino accesi”

È stata rimandata a domani l’udienza per i domiciliari a Filippo Mosca, il 29enne che da 9 mesi è detenuto in condizioni inumane nel carcere di Porta Alba, in Romania. La mamma a Fanpage.it: “Spostato in una cella più decorosa con altri 5 ragazzi, sta meglio. Psicologicamente alterna depressione a nervosismo e attacchi di panico”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Filippo Mosca, foto dai social
Filippo Mosca, foto dai social

È slittata a domani l'udienza per la decisione sugli arresti domiciliari per Filippo Mosca, il 29enne italiano detenuto da quasi 9 mesi nel carcere di Porta Alba, in Romania. Il giovane è stato arrestato nei primi giorni di maggio dello scorso anno e condannato in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Dopo la condanna, il giovane si è ritrovato in una cella con altre 24 persone in condizioni disumane. La madre aveva raccontato che Filippo era costretto a vivere in spazi ristretti e sporchi, invasi da insetti e topi, senza la possibilità di mangiare regolarmente.

A dare la notizia del rinvio dell'udienza per i domiciliari è stata la mamma del 29enne, Ornella Matraxia, insegnante di italiano a Londra. La donna, originaria di Caltanissetta, ha fatto sapere in un'intervista a Fanpage.it che Filippo aveva chiesto di partecipare all'udienza (inizialmente prevista per oggi) in videoconferenza nei termini previsti dalla legge. La sua richiesta, però, è stata rifiutata dal Tribunale romeno e il tutto è stato posticipato a martedì 13 febbraio.

Filippo Mosca, 29 anni
Filippo Mosca, 29 anni

L'udienza per gli arresti domiciliari è stata rimandata a domani, Filippo potrà partecipare?

Non in videoconferenza come aveva chiesto. Dovrà essere presente e l'udienza sarà domani alle 12. Oggi ha saputo che la sua richiesta per partecipare da remoto non era stata accettata, così l'avvocato che lo sta seguendo in Romania ha chiesto il rinvio.

Lei ha parlato con l'avvocato?

Questa mattina ci siamo confrontati, io non mi trovo in Romania adesso ma mantengo i contatti con gli avvocati che assistono Filippo sul posto.

Ha parlato anche con Filippo?

Sì, questa mattina ho parlato anche con lui.

Filippo Mosca e sua madre, Ornella Matraxia
Filippo Mosca e sua madre, Ornella Matraxia

Come sta? 

La situazione è complicata. Dal punto di vista dell'incolumità fisica sta meglio, perché dopo l'accoltellamento (subìto da un detenuto in una cella con altre 24 persone n.d.r) è stato spostato in una cella con meno persone. Con lui ci sono altri 5 ragazzi, tra i quali ci sono 4 italiani e un inglese. L'ambiente è più decoroso rispetto a quello al quale è stato costretto in questi nove mesi, c'è stato un gran da fare per ridipingere gli spazi e ripulire un po' l'ambiente. Tutto questo lo abbiamo ottenuto grazie alla pressione mediatica che per lui ha fatto tantissimo.

Immagino che psicologicamente la situazione non sia però molto migliorata.

No, infatti. Per lui è molto difficile, alterna momenti di depressione ad altri di nervosismo. È tormentato dagli attacchi di panico. Io cerco di dargli forza, ma non è semplice neppure per me. Adesso stiamo aspettando con trepidazione l'udienza per i domiciliari che si terrà domani e quella per l'appello, che sarà poi quello finale.

Quando ci sarà la comunicazione della decisione sui domiciliari?

Purtroppo non potremo sapere subito il verdetto, ci vorrà qualche giorno rispetto all'udienza. Ci tengo a dire una cosa…

Prego.

La pressione mediatica è stata fondamentale per migliorare le condizioni di detenzione di Filippo e per migliorare la sua situazione, seppur di poco. È fondamentale che i media siano presenti per l'udienza di domani e che ci siano anche all'udienza di appello. Bisogna fare in modo che i riflettori restino accesi su questa vicenda, perché è solo così che possiamo accertarci che i magistrati leggano davvero le carte prima di decidere.

Non ho mai chiesto che mio figlio fosse assolto a priori, ma che sia sottoposto a giusto processo e che abbia la possibilità di difendersi e di discutere le prove nelle mani delle autorità. Anzi, dovremmo dire le "non-prove", perché quelle prove non esistono. Speriamo che i media continuino a mantenere l'attenzione alta anche durante l'appello che sarà decisivo.

Ho potuto parlare con il senatore Scalfarotto anche dell'interrogazione parlamentare presentata, ci siamo confrontati su diverse cose in merito alla risposta. Presto ci sentiremo anche telefonicamente. Io ce la sto mettendo tutta e sto investendo tutto quello che ho e tutto il mio tempo per far valere i diritti di Filippo.

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