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Esplosione a Beirut, in Libano

Beirut, a un mese dall’esplosione scoperte 4 tonnellate di nitrato d’ammonio al porto

L’esercito libanese ha scoperto oltre quattro tonnellate di nitrato di ammonio vicino ad un ingresso del porto di Beirut dove esattamente un mese fa una potente esplosione, provocata dalla stessa sostanza chimica, ha causato la morte di oltre duecento persone e distrutto interi quartieri. Intanto, le forze dell’ordine continuano a cercare i dispersi tra le macerie.
A cura di Ida Artiaco
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Il fumo e le fiamme dopo l'esplosione al porto di Beirut.
Il fumo e le fiamme dopo l'esplosione al porto di Beirut.
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Esattamente un mese dopo la terribile esplosione che ha quasi distrutto la città di Beirut, in Libano, verificatasi lo scorso 4 agosto, l'esercito locale ha scoperto oltre quattro tonnellate di nitrato d'ammonio, sostanza altamente esplosiva, vicino a un ingresso del porto, da dove è partita la potente deflagrazione che ha ucciso oltre 200 persone secondo il bilancio ufficiale. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Nna, ripresa anche da Al Jazeera, citando una nota delle forze armate libanesi. Stando al comunicato, su richiesta del dipartimento dogane del porto di Beirut, gli ingegneri dell'esercito hanno ispezionato quattro container vicino all'ingresso numero 9 del porto. Al loro interno "sono state scoperte 4 tonnellate e 350 chili di nitrato d'ammonio", si legge. Al momento, non si hanno ulteriori informazioni sulla provenienza della sostanza chimica e sulla proprietà della stessa.

La scoperta arriva quasi un mese dopo che circa tremila tonnellate di nitrato di ammonio, conservate in un magazzino nel porto di Beirut per sei anni, hanno dato il via ad una terribile esplosione, provocando morte e distruzione. Interi quartieri sono stati devastati, quasi trecentomila persone sono rimaste senza casa a causa della deflagrazione che ha provocato danni per miliardi di dollari. Per non parlare dei dispersi che ancora mancano all'appello e che le forze dell'ordine continuano a cercare senza sosta, anche con l'aiuto dei cani molecolari, tra le macerie. Pare, in particolare, che sia stato segnalato un battito cardiaco tra le macerie del quartiere di Gemmayzé attraverso alcune sofisticate strumentazioni.

Alcuni giorni dopo l'esplosione del 4 agosto, esperti chimici francesi e italiani hanno identificato al porto più di 20 container che trasportano sostanze chimiche pericolose, ma che sarebbero poi stati spostati e messi al sicuro. Intanto, continuano le indagini sull'esplosione su richiesta delle autorità locali. Finora sono 25 le persone arrestate, la maggior parte delle quali funzionari portuali e doganali. Crescono anche le difficoltà della popolazione: all'inizio di questa settimana, un'agenzia delle Nazioni Unite ha avvertito che più della metà dei libanesi rischia di affrontare una crisi alimentare senza precedenti. "Devono essere prese misure immediate per evitare che più della metà della popolazione rischi la povertà e la fame", è stato l'avvertimento di Rola Dashti, segretario esecutivo della Commissione economica e sociale dell'Onu per l'Asia occidentale (ESCWA).

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