Entrano in vigore i dazi al 50% su acciaio e alluminio: Trump firma il decreto che raddoppia le tariffe

Entrano in vigore oggi i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio voluti da Donald Trump. Ieri, il presidente americano ha firmato il decreto che porta dal 25% al 50% le tariffe doganali imposti su acciaio e alluminio, due settori considerati strategici. Nel provvedimento viene precisato che la nuova sovrattassa è entrata in vigore alle 00:01 ora locale, ovvero le sei del mattino in Italia .
L'entrata in vigore delle tariffe raddoppiate sui metalli segna un nuovo capitolo nella guerra commerciale lanciata da Trump, che in questi mesi ha visto il presidente americano imporre misure, minacciarle nei confronti di singoli Paesi e ancora, ritirarle a distanza di pochi giorni, gettando i mercati nella più assoluta incertezza. Contemporaneamente, le mosse dell'inquilino della Casa Bianca in materia commerciale sono finite al centro di una battaglia giudiziaria con i giudici che per il momento sembra solo agli inizi. "Ho ritenuto necessario aumentare i dazi doganali sull'acciaio e sull'alluminio al fine di adeguare le importazioni per garantire che non mettano a repentaglio la sicurezza nazionale", si legge nel decreto firmato da Trump. Secondo il tycoon, "questi nuovi dazi doganali saranno più efficaci nella lotta contro l'eccesso di produzione a basso costo proveniente dall'estero che mina la competitività delle industrie dell'acciaio e dell'alluminio degli Stati Uniti".
La sovrattassa del 25% su acciaio e alluminio importati da parte degli Stati Uniti era entrata in vigore a metà marzo ed era stata una delle prime decisioni in materia dopo l'insediamento di Trump alla Casa Bianca. Dopo mesi di annunci, tra cui quello dei dazi reciproci su oltre sessanta Paesi, venerdì scorso, il presidente americano ha fatto sapere che avrebbe raddoppiato le tariffe sui due metalli, assicurando che "le nostre industrie dell'acciaio e dell'alluminio saranno più forti che mai".
La decisione aveva fatto scattare la reazione della Commissione europea, che l'aveva giudicata come pericolosa anche alla luce degli "sforzi in corso per raggiungere una soluzione negoziata" tra Stati Uniti e Ue, colpita da tariffe al 20%. Il Canada, primo fornitore americano, a marzo aveva presentato un reclamo all'Organizzazione mondiale del commercio (Omc), che aveva definito tali misure "incompatibili con gli obblighi degli Stati Uniti" in materia di commercio internazionale.
Ma su questo Trump non sembra intenzionato a mollare la presa ed è tornato a giustificare la sua decisione con la volontà di proteggere la sicurezza nazionale. "Sebbene i dazi imposti finora abbiano fornito un sostegno essenziale ai prezzi nel mercato statunitense – si legge sempre nell'ordine esecutivo – non hanno permesso a queste industrie di sviluppare e mantenere un tasso di utilizzo della capacità produttiva sufficiente per la loro sostenibilità e alla luce delle esigenze di difesa nazionale".