Egitto, tensione altissima: “77 morti negli scontri tra l’esercito e Fratelli musulmani”

E' di cinquantatre morti e 435 feriti il bilancio delle violenze di questa mattina davanti alla sede della Guardia repubblicana a Il Cairo, dove si pensa sia detenuto il presidente destituito Mohamed Morsi. Un vero e proprio massacro di cui riferiscono i servizi di emergenza egiziani, che puntano il dito contro un "gruppo terroristico" che ha provato ad assaltare l'edificio. Una versione differente la danno invece i Fratelli Musulmani: durante un sit-in di sostegno a Morsi alcuni manifestanti hanno cercato di entrare nel circolo ufficiali, ma i militari hanno cominciato a sparare uccidendo 77 persone. Tra le vittime, ci sarebbero otto donne e sette bambini, di cui due bebè. Al Jazeera ha riportato la testimonianza di un parlamentare dei Fratelli Musulmani, Mohamed Baltagi, secondo il quale "i soldati hanno lanciato gas lacrimogeni e successivamente alcuni cecchini hanno aperto il fuoco sul sit-in. I morti sono stati quasi tutti colpiti alla testa".
Quel che certo è che in Egitto la tensione è altissima, e, secondo molti analisti, il Paese è ad un passo dal baratro. "Le violenze di oggi non fermeranno gli sforzi per la formazione di un nuovo governo egiziano" annuncia Ahmed Elmoslmany, portavoce della presidenza ad interim egiziana. Ma l'incertezza è tanta, a partire dalla figura di Mohamed El Baradei, designato come primo ministro ad interim, nomina praticamente certa fino a ieri ma poi improvvisamente bloccata. Il presidente ad interim Adly Mansour ha annunciato nella notte che "diversi nomi sono in discussione" per la guida del governo.