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È il giorno del referendum: la Crimea vota per l’annessione alla Russia

Oggi fino alla 8 in Crimea si vota per l’annessione alla Russia. Kiev e Usa non considerano legittimo il referendum (dove sembra scontata la vittoria del fronte pro Russia).
A cura di Redazione
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21.31 – Metà dei seggi scrutinati e il dato del voto in Crimea è sempre più un plebiscito per la scelta di annettersi a Mosca: il 95% ha infatti optato per il sì. Il mondo occidentale tutto, in un'operazione congiunta di Usa e Ue, continua a ritenere il referendum al limite dell'illegittimità.

20.33 – Il premier della Crimea Serghiei Aksionov ha twittato pochi minuti fa: "Oggi abbiamo preso una decisione molto importante, che entrerà nella storia". Poi successivamente ha specificato: "Già domani una delegazione di Sinferopoli sarà a Mosca nel pomeriggio per avviare le procedure di annessione".

20.19 – Oltre alle parole dure di tutto il monto occidentale, con il segretario di stato americano Kerry che ha dichiarato illegale il referendum, anche da Matteo Renzi giunge una ferma e decisa reprimenda rispetto a quanto sta accadendo in Crimea: "La situazione in Ucraina è molto grave e drammatica. Lavoriamo perché si possa dare il messaggio che il diritto internazionale vada difeso e salvaguardato, cosa che attualmente non sta accadendo". 

Aggiornamento 19.20 – A breve la chiusura delle urne, fra poco più di un'ora, la tv di stato russa Rossia 24 ha reso noti i dati dei primi exit poll secondo i quali l'annessione della Crimea alla Russia sarebbe stata scelta dal 93% dei votanti. A Sinferopoli l'inno russo suona già da diverse ore e i festeggiamenti per l'annessione potrebbero andare avanti per tutta la notte.

Agiornamento 11:30 – È altissima l'affluenza alle urne registrata fin dalle prime ore del mattino: stando alle prime rilevazioni ufficiali ad esempio, dopo quattro ore e mezzo dall'apertura dei seggi a Sebastopoli avrebbe votato circa il 50% degli aventi diritto.

Resteranno aperti fino alle 21 (ora italiana) di questa sera i seggi negli oltre 1200 distretti elettorali della Crimea per il referendum che vedrà coinvolti circa 1,5 milioni di elettori: in gioco vi è la proposta di annessione della Crimea alla Russia. Parallelamente anche la città di Sebastopoli (la città dove ha sede la flotta russa nel Mar Nero) sarà chiamata alle urne con oltre 300mila elettori che saranno chiamati ad esprimere una preferenza sulla proposta di adesione alla Russia. Il risultato per la verità appare scontato e le agenzie rilanciano già come da questa mattina ai seggi vi siano lunghe code di cittadini di etnia russa (la maggioranza in Crimea, la stragrande maggioranza a Sebastopoli) che manifestano la volontà di "tornare a casa" (ricordiamo che la Crimea è una regione con ampia autonomia, che fa parte del territorio nazionale ucraino ma nella quale coesiste la presenza militare russa, secondo accordo peraltro rinnovati solo qualche anno fa). Ai cittadini viene chiesto di rispondere a due quesiti: la "riunificazione della Crimea alla Russia" o l'applicazione della Costituzione del 1992 che determina l'accorpamento della regione all'Ucraina.

I risultati potrebbero arrivare già in serata, ma c'è grande incertezza su cosa potrebbe accadere ad urne chiuse. Il Governo di Kiev, che non riconosce la validità della consultazione, ha già fatto sapere di essere pronto a reagire "con tutti i mezzi" di fronte a quella che considera un'invasione russa. Da Mosca invece si ripete il "diritto dovere" ad intervenire "in difesa dei cittadini russi minacciati dal Governo di Kiev" e si punta ad accentuare il carattere "di scelta autonoma e sovrana" della secessione della Crimea dall'Ucraina. Intanto la diplomazia internazionale continua a condannare fermamente l'azione russa, minacciando sanzioni nel caso in cui le truppe di Mosca dovessero effettivamente agire sul territorio della Crimea dopo il voto di oggi.

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