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È Brexit: da oggi il Regno Unito è fuori dall’Europa. Ecco cosa cambia per gli italiani

Da oggi, primo gennaio 2021, il Regno Unito è fuori dall’Unione Europea. Dopo l’accordo commerciale stipulato il 24 dicembre scorso Londra è fuori dall’Europa. Ecco quali saranno le conseguenze per i cittadini italiani e comunitari: dalle opportunità di lavoro al turismo, dallo studio agli stage in UK.
A cura di Davide Falcioni
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È Brexit. Da oggi il Regno Unito non fa più parte dell'Unione Europea. A quattro anni e mezzo dal referendum in UK è infatti terminato il periodo di transizione per la Brexit, che di fatto è effettiva a partire dalla mezzanotte di oggi, primo gennaio 2021. Lo scorso 24 dicembre è stato scongiurato l'incubo del "No Deal" e, ad appena una settimana dalla data di scadenza, Londra e Bruxelles hanno raggiunto un importante accordo commerciale che, escludendo tariffe e dazi, rappresenta un Trattato di libero scambio del valore di 700 miliardi di euro all'anno: se non fosse stato raggiunto un accordo entro ieri, 31 dicembre 2020, sarebbe stata inevitabile l'imposizione di dazi doganali alle merci in transito tra le due sponde della Manica. Il peggio è stato dunque evitato dopo mesi di estenuanti trattative, ma Brexit comporterà da oggi comunque novità rilevanti per tutti, a partire dalla libertà di movimento che cessa di esistere, almeno per come l'abbiamo intesa fino a ieri. Vediamo come cambieranno le cose nella vita quotidiana da oggi, primo gennaio 2021.

Vita e lavoro nel Regno Unito

I cittadini italiani che alla data di ieri, 31 dicembre 2020, risiedevano nel Regno Unito avranno sei mesi di tempo per richiedere la residenza temporanea o permanente (pre-settled o settled status). Chi arriva invece in UK da oggi potrà fermarsi per non più di 60 giorni e oltre quel limite dovrà ottenere un permesso di soggiorno o di lavoro. Nessun privilegio, quindi, sarà concesso dai britannici ai cittadini europei, che dovranno rispettare le regole già previste per gli immigrati di qualsiasi altro Paese al mondo. È stato tuttavia previsto un sistema "a punti" che negherà l'ingresso a immigrati non qualificati. I visti saranno rilasciati solo a persone "che possono dare un contributo all'economia britannica", con titoli di studio o qualifiche professionali richieste. Per entrare nel Regno Unito i lavoratori "non essenziali" all'economia del paese dovranno poter contare su un impiego con un salario minimo di 25.600 euro e avere una buona conoscenza dell'inglese (B1). Il visto costerà 348 sterline per uno studente e tra le 610 e le 1.409 sterline per un lavoratore a seconda del tipo di lavoro, oltre a un contributo obbligatorio di 624 sterline a testa per l'accesso al sistema sanitario nazionale britannico (Nhs).

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Viaggi nel Regno Unito

L'uscita del Regno Unito dall'Europa avrà conseguenze anche sui viaggi e sul turismo; per una semplice vacanza non servirà un visto d'ingresso, ma non sarà comunque possibile soggiornare per più di tre mesi continuativi, fino a un totale di 180 giorni. Fino all'ottobre 2021 ci si potrà recare in UK sia con la carta d'identità che con un passaporto valido per sei mesi, ma dopo quella data sarà necessario un passaporto biometrico. I viaggiatori potranno portare con sé un massimo di 10mila sterline in contanti senza doverli dichiarare, sarà necessaria l'assicurazione di viaggio con copertura sanitaria privata e i cittadini europei potranno utilizzare la loro patente di guida in Gran Bretagna, ma dovranno dimostrare di essere assicurati. Il roaming gratuito non verrà più garantito dalla Ue.

Studiare nel Regno Unito: addio Erasmus

Da settembre del 2021 gli studenti europei saranno equiparati a quelli degli altri stati e dovranno anche pagare rette universitarie più alte, almeno il doppio e in molti casi il triplo rispetto alle rette attuali di 9.250 sterline all'anno. Gli italiani che frequentano università inglesi sono attualmente 14mila, un decimo del totale degli studenti Ue. Il Regno Unito ha deciso di uscire dal programma di scambio Erasmus, di conseguenza gli studenti europei non potranno più optare per un periodo di studio o uno stage nel Regno Unito. L'accordo bilaterale UK-UE inoltre non prevede il riconoscimento delle qualifiche professionali quindi trasferirsi per lavoro sarà più complicato.

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