Droga, isolamento e delirio religioso: chi è il 35enne che ieri ha travolto 5 persone in Francia

Chi è l'uomo che ieri mattina sull’isola francese di Oléron, nel dipartimento della Charente-Maritime, si è messo alla guida di una Honda Civic e in circa 35 minuti ha investito diversi pedoni e un ciclista, ferendo cinque persone, due delle quali gravemente, gridando "Allah Akbar" durante l'arresto da parte della polizia? Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di La Rochelle, l’autore del gesto è il 35enne francese Jean G., residente sull’isola di Oléron e ben conosciuto nella piccola comunità di pescatori di La Cotinière.
Descritto come un uomo dai comportamenti instabili, biondo, con occhi marroni e una corta barba, era spesso associato a problemi di alcol e droga. "Si faceva notare in modo negativo, soprattutto per eccessi legati agli stupefacenti", raccontano alcuni abitanti a Le Figaro. Anche il sindaco di Saint-Pierre-d’Oléron, Thibault Brechkoff, conferma: "Era già noto ai gendarmi per piccoli reati legati alla droga". Il padre sarebbe un pescatore, e Jean G. avrebbe lavorato saltuariamente nello stesso ambiente. Viveva da solo in un mobile home alla periferia del villaggio, in una condizione di apparente isolamento.
Il grido "Allah Akbar": auto-radicalizzazione o delirio
Durante l’arresto, l’uomo ha gridato "Allah Akbar", secondo quanto riferito dal procuratore della Repubblica di La Rochelle. Tuttavia, questo elemento non basta a determinare un movente preciso. Le autorità stanno valutando due ipotesi: un atto a sfondo terroristico o, come sembrerebbe più probabile, un gesto legato a disturbi psichiatrici. Per il momento, il Parquet nazionale antiterrorismo (PNAT) segue il caso in osservazione, ma non ha ancora assunto la direzione formale dell’inchiesta.
In stato di fermo, Jean G. si sarebbe mostrato confuso e incoerente. Secondo Le Figaro e France Info, avrebbe dichiarato di aver scoperto di recente l’islam, di cercare "risposte spirituali" e di ritenere che "Allah gli avesse affidato una missione". Avrebbe aggiunto di essersi "auto-radicalizzato su internet", un’affermazione che resta da verificare. Un ritratto psicologico complesso emerge anche da chi lo conosceva: "Era capace di ridere, e un secondo dopo di perdere completamente il controllo", riferisce Le Parisien.
L’inchiesta, affidata alla sezione di ricerche di Poitiers e alle brigate di Rochefort e La Rochelle, mira ora a chiarire se si tratti di un caso di radicalizzazione improvvisa o di un atto di follia individuale.