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Dazi, Usa e Ue lavorano a un accordo su tariffe al 15%: quanto manca alla fine dei negoziati

Usa e Ue starebbero lavorando a un accordo su dazi al 15% e una serie di esenzioni reciproche da siglare entro il 1° agosto, quando scatteranno le tariffe al 30% imposte da Trump sui prodotti europei. L’intesa potrebbe avvicinarsi ma, come ha sottolineato il vicepremier Antonio Tajani, le trattative sono ancora in corso ed è difficile fare previsioni.
A cura di Giulia Casula
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Si avvicina la data del 1° agosto, quando scadrà la pausa concessa da Donald Trump sui dazi globali e scatteranno nei confronti dell'Unione europea tariffe al 30%. A condizione che non si trovi un accordo prima. È su questo che stanno lavorando le delegazioni dei due Paesi impegnate nelle trattative attorno a uno schema che prevederebbe dazi al 15% e una serie di esenzioni reciproche per alcuni prodotti o settori.

L'intesa quindi si avvicina, anche se resta aperta l'ipotesi di un "no deal", cioè di nessun accordo, che innescherebbe definitivamente la guerra commerciale tra i due storici partner. Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche al termine della riunione degli ambasciatori con la Commissione europea, Washington e Bruxelles starebbero andando nella direzione di tariffe generalizzate al 15%. Nel 15% sarebbe compresa anche la cosiddetta clausola della ‘Nazione più favorità' (Mfn), usata da Ue e Usa come strumento di anti-discriminazione nel commercio e che ha portato finora a tariffe medie reciproche del 4,8%, ma Bruxelles potrebbe decidere di azzerarla per alcuni prodotti.

La bozza dell'intesa ricalcherebbe quella siglata tra Stati Uniti e Giappone ma per il momento non c'è niente di definitivo. "La decisione finale spetta al presidente Usa, Donald Trump", spiegano le fonti. Si attende quindi l'ok del presidente statunitense, che tuttavia finora ha seguito una politica commerciale piuttosto turbolenta."La trattativa è ancora in corso, è difficile fare previsioni", ha rimarcato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Il 15% era una delle proposte degli americani, un dazio piatto per tutti, ma la trattativa è aperta".

Nel frattempo, Bruxelles continua a lavorare alle contromisure. Il portavoce della Commissione europea responsabile per il Commercio, Olof Gill, ha spiegato che si è deciso accorpare i due elenchi di prodotti usa colpiti dalle tariffe in uno solo: il primo era già stato stilato in risposta ai dazi su alluminio e acciaio, mentre il secondo non è stato ancora ultimato. Comunque, la lista delle merci statunitensi colpite, per un valore fino a 93 miliardi di euro, resterebbe sospesa fino al 7 agosto.

E resta in ballo anche l'ipotesi di attivare lo strumento di anticoercizione, il cosiddetto ‘bazooka', che prevede restrizioni al commercio di servizi digitali, esclusione da appalti pubblici e lo stop a investimenti esteri diretti e altre misure ritorsive. Tra i Ventisette, solo la Francia ne ha chiesto l'attivazione immediata mentre l'Italia ha richiamato alla cautela. Il ricorso al bazooka sembrerebbe plausibile solamente nel caso in cui non si raggiunga un accordo, ma la decisione andrà comunque sottoposta ai Paesi membri.  "Vogliamo stabilità. E che i dazi siano più bassi possibile", ha detto il presidente Emmanuel Macron, oggi a Berlino per un bilaterale con il cancelliere Friedrich Merz. "Stiamo apprendendo proprio in questo momento che potrebbero essere prese delle decisioni", ha commentato il cancelliere. Al momento non è in programma una telefonata tra Ursula von der Leyen e Donald Trump ma non si possono escludere eventuali colpi di scena.

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