Dazi Trump, l’Ue prepara contromisure: l’elenco di prodotti colpiti e quali prezzi potrebbero aumentare

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica, che rimarrà aperta fino al 10 giugno, su un elenco di prodotti di importazione statunitensi che potrebbero essere soggetti a controdazi, qualora i negoziati in corso tra Ue e Usa non portassero a un esito positivo, e cioè alla rimodulazione delle tariffe.
Il valore della lista dei prodotti americani che potrebbero essere colpiti si aggira attorno ai 95 miliardi di euro e copre un'ampia gamma di merci industriali e agricoli. La Commissione sta inoltre, valutando possibili restrizioni su alcune esportazioni Ue di rottami di acciaio e prodotti chimici verso gli Stati Uniti per un valore di 4,4 miliardi di euro.
Parallelamente, Bruxelles presenterà un ricorso formale all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro gli Stati Uniti, contestando i dazi di Trump. "L'Ue è fermamente convinta che questi dazi rappresentino una violazione palese delle regole fondamentali del Wto", si legge nella nota diffusa dalla Commissione. "L'obiettivo è riaffermare che le norme concordate a livello internazionale sono importanti e non possono essere ignorate unilateralmente da alcun membro del Wto, compresi gli Usa".
I negoziati comunque, proseguiranno. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ribadito l'impegno a trovare delle soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, ma allo stesso tempo, ha detto di essere pronta "a tutte le possibilità".
L'elenco dei prodotti che potrebbero essere colpiti dai controdazi Ue
L'elenco è lungo ben 218 pagine e tra i prodotti che potrebbero essere colpiti ci sono alcuni beni simbolo dell'industria americana, come ad esempio il bourbon o il whiskey. Ma anche le aragoste del Maine, gli agrumi della Florida, i microchip texani e le tecnologie della Silicon Valley.
Dei 95 miliardi di euro di merci soggette a contromisure, 6,4 miliardi provengono dal settore agroalimentare e includono: frutta secca, ortaggi, legumi, oli, conserve, preparati, vino, birra, superalcolici, carni e animali vivi, succhi e sciroppi. Altri 500 milioni riguardano la pesca e l'acquacoltura, con un'ampia gamma di prodotti: salmone affumicato, ostriche, crostacei (solo per elencarne alcuni). I restanti 88 miliardi di euro invece, consistono in beni industriali. Tra questi troviamo: macchine utensili, componenti elettronici, combustibili, pellicceria, prodotti chimici, elettrodomestici, apparecchi meccanici, veicoli, parti di veicoli, aeromobili, armi, munizioni, orologi, apparecchi ottici, accessori, articoli sanitari. Ma anche giocattoli o strumenti musicali.
All'interno di questo blocco 10,5 miliardi di euro riguardano il settore aeronautico (elicotteri, aeroplani e altri apparecchi volanti a motore), inclusi gli aerei prodotti da Boeing. Altri 10 miliardi sono legati a componenti per autoveicoli (freni, servofreni, scatole del cambio, ruote, sistemi di sospensione come ammortizzatori o frizioni), mentre 2 miliardi coprono i veicoli finiti. Poi ci sono la chimica e la plastica per un valore di 12,9 miliardi, e i dispositivi elettronici (tra cui display, radar, videocamere, microfoni, telefoni, ricevitori radiofonici, monitor, proiettori, antenne, lampade Led e molto altro) per un valore di circa 7 miliardi. Altri 10 miliardi includono prodotti sanitari non farmaceutici come le siringhe o altri dispositivi monouso (inclusi pannolini e assorbenti). Ma nella lista compaiono pure metalli, pietre, minerali e materiali da costruzione, come ad esempio ghisa, ferro e acciaio.