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Cuba, vietato essere omofobo. Svolta storica nel Partito comunista

Il Partito Comunista cubato ha diffuso un documento che vieta ai veri militanti comunisti di essere omofobi e invita gli iscritti al Partito a combattere gli atteggiamenti discriminatori.
A cura di Laura Murino
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Il Partito Comunista cubano ha dichiarato guerra all'omofobia. Francisco Rodriguez, blogger e membro del partito dichiaratamente gay, ha annunciato che è stato ufficializzato dal PCC un emendamento approvato nel gennaio del 2012 dal Congresso nazionale del partito. Tra gli 800 mila iscritti al Partito ha già iniziato a girare il documento nel quale viene vietata l'omofobia e si invita gli iscritti a combattere ogni atteggiamento discriminatorio. Francisco Rodriguez scrive sul suo blog che secondo il documento "nessun militante comunista potrebbe essere razzista, maschilista, misogino o mostrare intolleranza verso le persone religiose o che provengono dalle zone più svantaggiate del paese". La rivoluzione del 1959 aveva messo l'omosessualità fuori legge e i gay venivano inviati nei campi di lavoro. Grazie alla figlia di Raul Castro, Mariela Castro, l'atteggiamento verso gli omosessuali è cambiato notevolmente, anche se i pregiudizi rimangono forti all'interno della società cubana. Mariela Castro dirige il Centro nazionale di educazione sessuale attraverso il quale è riuscita a sensibilizzare la popolazione riguardo le tematiche di genere. Oggi, infatti, la sanità pubblica permette i cambi di sesso e anche i posti di lavoro sono diventati più tolleranti verso i gay.

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