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Guerra in Ucraina

Cos’è la “guerra totale” che Putin potrebbe dichiarare il 9 maggio

In occasione della parata della Giornata della Vittoria, Vladimir Putin potrebbe dichiarare “guerra totale” all’Ucraina, passando dalla definizione di “operazione speciale” sul suolo ucraino alla dichiarazione di guerra ufficiale. Il cambio di rotta permetterebbe al Cremlino una maggiore chiamata alle armi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il presidente russo Vladimir Putin potrebbe dichiarare "guerra totale" all'Ucraina in occasione del 9 maggio, Giornata della Vittoria durante la quale la Russia celebra la sconfitta della Germania nazista al termine della seconda guerra mondiale e più in generale i successi militari degli ultimi anni. La data rappresenta un simbolo per il Cremlino e la sua operazione di propaganda, ma di fatto non è il traguardo di una guerra iniziata più di un mese fa. Secondo quanto riportato dal quotidiano anglosassone Independent, Putin potrebbe essere alla ricerca di una "rivincita", frustrato dall'impossibilità di portare a casa una vera e propria conquista in Ucraina.

Sebbene Mariupol sia ormai in ginocchio, devastata dalle bombe russe, resta la strenua difesa delle forze armate di Kiev asserragliata nell'acciaieria Azovstal. La resistenza ucraina non ha permesso a Mosca di porre la sua bandiera sulla cittadina ormai in ginocchio né di tentare la conquista di Odessa. L'esercito russo è stremato dalla guerra, frustrato perché non vi sono stati progressi nella campagna militare. Un duro colpo al morale dei soldati del Cremlino è stato inferto dall'affondamento della nave ammiraglia Moskva, considerata un simbolo della potenza militare russa.

Putin potrebbe quindi decidere di cambiare il suo slogan e passare dalla definizione di "operazione militare speciale" a quella di guerra a tutti gli effetti. Non è chiaro però cosa questo cambio di rotta possa voler dire: il Cremlino potrebbe decidere di riprovare l'assalto a Kiev per tentare la conquista di tutto il suolo ucraino. Una mossa che secondo l'intelligence britannica resta azzardata. La dichiarazione ufficiale di guerra richiederebbe un impiego ancora maggiore di uomini e di mezzi: allo stato attuale, la decisione arriva in ritardo e sarebbe destinata al fallimento. A tarpare le ali all'aumento delle spese militari per la guerra, l'impatto delle sanzioni economiche occidentali e le perdite consistenti già subite da Mosca. La pezza, insomma, non sarebbe comunque in grado di coprire il buco.

La dichiarazione ufficiale di guerra, dall'altra parte, permetterebbe a Mosca di tirare la Bielorussia nel conflitto per il bavero della giacca. La parata del 9 maggio potrebbe essere l'occasione per una nuova chiamata alle armi con una strategia comunicativa ancora più massiccia di quella messa in campo per "l'operazione speciale di disarmo". La Giornata della Vittoria è il perfetto trampolino di lancio per dichiarare guerra "a tutti i nazisti del mondo".

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