Cos’è il ‘bazooka’: l’arma che l’Ue può usare contro i dazi di Trump

A Bruxelles sono giorni di colloqui per capire che risposta adottare nei confronti dei dazi al 30% annunciati da Donald Trump. C'è tempo fino al 1° agosto per definire la strategia e finora i 27 si sono divisi tra chi sostiene una linea più dura e chi una più morbida. Ad esempio l'Italia, dove Giorgia Meloni ritiene ancora possibile trovare un accordo con l'alleato americano.
L'Ue prepara un secondo pacchetto di tariffe: quali prodotti Usa include
Per ora l'Ue sta lavorando a un nuovo pacchetto di tariffe reciproche da applicare ai beni Usa, per un totale di 72 miliardi, da far scattare qualora Washington non faccia un passo indietro. Ma tra gli Stati membri c'è chi. come la Francia, spinge per ritorsioni più severe, che includano anche strumenti di anti-coercizione, il cosiddetto "bazooka".
Ieri, al termine della riunione dei ministri degli Esteri e del Commercio dell’Ue, il Commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha spiegato che la Commissione "sta condividendo con gli Stati membri la proposta per il secondo elenco di beni, che ammonta a circa 72 miliardi di euro di importazioni statunitensi. Ora avranno l'opportunità di discuterne".Questa lista si aggiunge a quella redatta ad aprile, poi sospesa per favorire i negoziati, che colpisce diversi prodotti simbolo americani, come il whiskey o le moto Harley Davidson. Il nuovo elenco include diversi prodotti agricoli e industriali americani ma Bruxelles ha lasciato intendere di star valutando altre opzioni. "Questo non esaurisce le nostre risorse e ogni strumento rimane sul tavolo", ha detto Sefcovic.
La Francia spinge per il "bazooka": come funziona e cosa prevede
Le tariffe americane sono "ingiustificate e inaccettabili" per l'Ue, che auspica un'intesa "equa". Per ora le contromisure europee resteranno ferme per consentire il proseguimento delle trattative con Washington, ma Bruxelles sembra prepararsi al peggio. Tra le armi a disposizione dell'Ue c'è anche il bazooka, uno strumento entrato in vigore a dicembre 2023 e mai varato, che prevede una serie di ritorsioni quali controdazi, restrizioni al commercio di servizi digitali, esclusione da appalti pubblici e lo stop a investimenti diretti esteri (ad esempio il divieto di acquisire imprese straniere).
Tutto "deve essere sul tavolo", ha detto anche il ministro delegato francese per il Commercio estero, Laurent Saint-Martin. Dallo strumento anti-coercizione alla tassa sulle Big Tech, si tratta di questione che "devono essere sollevate" sul fronte della risposta ai dazi degli Usa. "Non ci dev'essere alcun tabù nella capacità di risposta europea", ha ribadito. "Il rapporto di forza voluto da Trump è un rapporto nel quale" l'Europa deve "mostrare la capacità di risposta ed è il fronte sul quale dobbiamo accelerare", ha aggiunto, esortando a valutare "cosa poter fare in termini di rappresaglia".
Dall'altro versante atlantico, Donald Trump rincara la dose. "Gli Stati Uniti sono stati derubati da amici e nemici, nel commercio (e nell'esercito!), per decenni", ha tuonato dalla Casa Bianca, dove ieri ha accolto il segretario Nato Mark Rutte. "Farò ciò che è giusto per l'America", ha detto, per poi lasciare un piccolo spiraglio: "Vogliono un accordo ma per noi l'accordo è già concluso, e' la lettera che abbiamo inviato. Vogliono parlare, siamo aperti".
Intanto oggi, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani è arrivato a Washington, dove in giornata discuterà della situazione commerciale con diverse autorità statunitensi, esponenti della comunità imprenditoriale e rappresentanti della collettività italo-americana. Previsto l'incontro con il segretario di Stato americano, Marco Rubio, il presidente della commissione Affari esteri del Senato, Jim Risch, e il rappresentante per il Commercio statunitense, Jamieson Greer.