Cosa succede dopo che l’Ucraina ha attaccato le basi militari russe: le conseguenze su nucleare e negoziati

La parola chiave è maskirovka. Vuol dire “mascheramento”. Ma nel gioco a volte letale dell’intelligence si riferisce a un’intera dottrina sovietica di inganno militare e strategico. Scopo: sorprendere l’avversario. Ingannandolo, appunto. L’Sbu, il maggior servizio segreto ucraino, è erede del Kgb quanto il suo equivalente russo, l’Fsb. Nelle scuole di entrambe le agenzie, molti testi sono gli stessi. Nella moderna guerra dei droni la maskirovka viene usata da ambedue i belligeranti. Ma l’operazione ucraina dal nome in codice Spider’s web, “Tela del ragno”, batte ogni azione precedente. Per la lunga preparazione, per l’infiltrazione profonda in territorio nemico e per l’efficacia, Spider’s web è destinata a diventare argomento di studio nelle accademie militari. Non solo quelle dei paesi ex-sovietici. La rappresaglia di Putin potrebbe essere terrificante.
Il blitz al test di Istanbul
Al di là dei danni materiali provocati alla macchina da guerra russa e che saranno calcolabili con maggior precisione nelle prossime ore, le ripercussioni psicologiche e politiche saranno severe. Primo test rivelatore, i colloqui previsti a Istanbul: "Se la Russia dovesse abbandonare i negoziati o irrigidire la sua posizione, questo danneggerà fatalmente il suo rapporto con l’amministrazione Trump", ci spiega l’ex diplomatico moscovita Alexander Baunov, analista di politica internazionale e autore del bestseller “La fine del regime” (Silvio Berlusconi Editore, 2025). “E per tutti, Trump incluso, è una dimostrazione che l’Ucraina è tutt’altro che sconfitta. Il che significa che sostenerla ha ancora senso”.
“Si tratta di un duro colpo al prestigio del Cremlino e di una prova del fatto che le forze armate russe non sono in grado di proteggere nemmeno i suoi beni più preziosi”, commenta a Fanpage.it l’analista militare di Meduza Dmitry Kuznets. Perché gli aerei distrutti erano preziosi non solo per la guerra convenzionale. Facevano parte integrante delle forze nucleari strategiche di Mosca. Ed è inutile girarci intorno: se la Russia di Vladimir Putin ha potuto invadere l’Ucraina, sfidare l’Occidente deridendolo e osare sempre di più è perché ritiene che nessuno possa davvero ostacolare una grande potenza nucleare.
“Una beffa all’aura nucleare di Putin”
Quella che a Mosca chiamano “dimensione nucleare” dà al regime un’aura di invincibilità. “Il possesso di armi nucleari da parte della Russia resta un deterrente cruciale al sostegno prolungato all’Ucraina”, nota Baunov. “La logica è semplice: se in tre anni l'Ucraina non ha vinto, forse non vincerà mai — e ogni giorno che passa aumenta il rischio nucleare”. Lo strumento della “dimensione nucleare” è continuamente utilizzato nella narrativa del regime, a ogni livello. “Un attacco riuscito alle infrastrutture di deterrenza strategica prova che la minaccia non è assoluta, ma ha limiti e può essere ridotta o neutralizzata”, afferma Baunov.
Inoltre, il blitz sulle basi aeree condotto dall’Ucraina ha con ogni probabilità usufruito delle osservazioni satellitari e dell’intelligence occidentale. O almeno così sarà percepito a Mosca. “Questo implica che i paesi occidentali sono considerati coinvolti in un raid contro la triade nucleare russa”, sostiene l’ex diplomatico. “Ma la Russia non risponderà con rappresaglie, mettendo in dubbio la sua reale volontà di usare le atomiche”.
Il bilancio dei danni
Mentre scriviamo, è confermata da più fonti la distruzione di sette o otto aerei. I video in rete li mostrano in fiamme. Il governo russo ha ammesso danni senza quantificarli. Per sapere quale sia il numero approssimativo di Tu-95 e Tu-22 effettivamente colpiti bisognerà attendere che compaiano le immagini satellitari. Questione di un giorno, al massimo. Se fossero più di 40, come sostiene Kyiv, significherebbe che Mosca ha perso circa la metà dei suoi bombardieri strategici operativi. Valore, almeno sette miliardi di dollari. “Un danno di tale entità comprometterebbe seriamente il potenziale strategico delle forze armate”, valuta Kuznets. La Russia non produce più Tu-22 e Tu-95. Continua a modernizzare altri vecchi modelli di epoc- sovietica con capacità analoghe, in particolare il Tu-160 White Swan. “Ma in generale, qualsiasi perdita di questi aerei è irreparabile”, dice l’analista militare.
Oltre che sulla deterrenza nucleare, il blitz — se davvero avesse provocato i danni rivendicati dall’Ucraina — potrebbe influire negativamente anche sulle capacità offensive convenzionali russe. Non tanto sull’utilizzo dei missili ipersonici, come hanno subito sostenuto alcuni osservatori: “I Kinzhal vengono lanciati dai caccia Mig-31, che probabilmente non sono stati bersaglio del blitz”, precisa Kuznets. Grossi problemi potrebbero però nascere per l’impiego di ogni missile da crociera a lancio aereo. Perché i loro vettori sono proprio i Tu-95 e i Tu-22. Secondo Alexander Baunov, se fosse necessario dover ricostruire l’aviazione strategica il Cremlino sarebbe costretto a “deviare risorse enormi dalla guerra o dalle parti del bilancio ancora destinate al settore civile”. Con ripercussioni severe non solo sul fronte ucraino ma anche su quello interno.
Maskirovka
Spider’s Web era in preparazione da oltre un anno, ha reso noto l’Sbu. E la preparazione è avvenuta per la maggior parte sotto il naso dei russi. Il servizio segreto ucraino aveva installato un centro nevralgico in Russia, a pochi metri da un ufficio regionale dell’Fsb — ha spiegato Volodymyr Zelensky a margine del messaggio video serale alla nazione. Decine di operativi sono stati esfiltrati “alla vigilia dell’operazione”. Utilizzati 117 droni, e non ne è stato abbattuto alcuno — proclama Kyiv. “Dai video diffusi in rete, sembrano normali droni Fpv (acronimo di first person view — ovvero visuale in prima persona, ndr)”, osserva l’analista Kuznets. Sono stati guidati sui bersagli dall’intelligenza artificiale, istruita con rilevamenti satellitari occidentali e probabilmente HUMINT, l’intelligence di agenti segreti sul posto.
Per il resto, gli ucraini hanno fatto tutto da soli, utilizzando anche infrastrutture del nemico. “I droni Fpv devono disporre di un ripetitore dedicato, con connessione satellitare e/o collegamento alla rete di telefonia mobile russa”, chiarisce Dmitry Kuznets. I droni sono stati nascosti in doppifondi su autocarri commerciali che hanno viaggiato fino ad arrivare a ridosso delle tre basi russe nel mirino. Quella di Belaya, in Siberia, dista 4.300 chilometri dal fronte. I missili a lungo raggio prodotti da Kyiv o forniti dall’Occidente non avrebbero mai potuto colpirla.
Alcuni video mostrano droni decollare dall’interno dei Tir che, dopo aver eseguito i lanci, si autodistruggono. In altre immagini si scorgono i blocchi di legno utilizzati per il fissaggio dei droni, gli ordigni prima del lancio e i pannelli metallici del tetto rimossi. Nulla si sa degli autisti. Alcuni siti di propaganda russi cercano di far credere che siano stati eliminati dall’Sbu. Poco credibile: l’evenienza avrebbe complicato un’operazione già estremamente complessa.
Rappresaglia
Il governo russo ha dichiarato che si mantiene aperta “ogni opzione”. Propagandisti e blogger militari discutono in rete su dove la Russia lancerà un’ordigno nucleare tattico per rispondere alla beffa. I più propendono per un’esplosione “dimostrativa”, in un luogo disabitato. Meno irrealistica l’ipotesi di un test atomico nell’atmosfera, nei poligoni dell’Artico. Gli analisti ritengono che anche in questo caso le minacce nucleari di Mosca resteranno solo minacce. Nessuno, poi, si aspetta ritorsioni a colpi di megatoni su Paesi Nato.
“L’Ucraina sembra pronta a subire la rappresaglia per dimostrare che anche colpire asset russi simbolicamente centrali come le forze nucleari non porta ad attacchi sul territorio occidentale”, è l’analisi di Alexander Baunov. Che vede anche un altro problema, per la rappresaglia russa: “Al Cremlino sono proprio certi che non ci siano altri camion o piattaforme di lancio nascoste sul territori della Federazione? Con droni già posizionati, pronti a colpire nuovi obiettivi”? L’operazione Spider’s web potrebbe aver reso la Russia quasi ricattabile.