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Cosa sta succedendo in Corsica: indipendentisti in piazza, scontri e irruzione al palazzo di giustizia

Scene da guerriglia stanno infiammando la Corsica. Indipendentisti in piazza per protestare per Yvan Colonna, storico militante corso aggredito in carcere e ora in coma.
A cura di Antonio Palma
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Centinaia di persone in piazza a protestare nelle principali città ma anche scontri con la polizia e addirittura un assalto con conseguente irruzione al palazzo di giustizia di Ajaccio, sono le scene che stanno infiammando negli ultimi giorni la Corsica tanto da aver messo le autorità locali in massima allerta. In piazza sono scesi gli indipendentisti dell’Isola francese per protestare e chiedere giustizia e verità per Yvan Colonna, storico militante corso aggredito in carcere la scorsa settimana e ora in coma in ospedale. Tutto è iniziato il 2 marzo scorso quando Colonna è finito in ospedale in gravissime condizioni.

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Quando la notizia si è diffusa lunedì scorso, centinaia di persone, per lo più giovani, sono scesi in strada sia nel capoluogo sia nelle altre città dell’Isola come Calvi e Bastia. Le proteste si sono fatte via via più accese vino a degenerate rapidamente in scontri con le forze di sicurezza. Gli scontri più violenti tra manifestanti e polizia sono scoppiati durante la notte dal mercoledì al giovedì quando ad Ajaccio i manifestanti hanno persino fatto irruzione nell'edificio del palazzo di giustizia appiccando il fuoco a documenti. A Calvi lanciate molotov contro i muri della prefettura mentre sempre nel capoluogo è stato dato l’assalto a una banca con un escavatore.

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Nemmeno la lettera della sorella di Yvan Colonna ha placato gli animi e la decisione del governo di revocare lo status di detenuto particolarmente sorvegliato per Yvan Colonna è stato letto come un affronto e una nuova manifestazione di protesta è in programma domenica 13 marzo. Secondo la polizia, Yvan Colonna, che sconta l’ergastolo per l’omicidio del prefetto Claude Erignac avvenuto nel 1998, è stato aggredito da Franck Elong Abe, detenuto islamista radicale che sconta diverse pene e che lo avrebbe preso di mira accusandolo di espressioni ritenute blasfeme.

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