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Cosa è successo a Belgorod e che conseguenze può avere per la guerra fra Russia e Ucraina

Due elicotteri ucraini Mi 24 hanno oltrepassato il confine con la Russia e lanciato un massiccio attacco ad un deposito di petrolio nella regione di Belgorod, distruggendo almeno otto serbatoi di greggio e causando una serie di vasti incendi.
A cura di Davide Falcioni
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Due elicotteri ucraini Mi 24 hanno oltrepassato il confine con la Russia e lanciato un massiccio attacco ad un deposito di petrolio nella regione di Belgorod, distruggendo almeno otto serbatoi di greggio e causando una serie di vasti incendi che hanno tenuto impegnate per ore diverse squadre dei vigili del fuoco. Secondo Mosca l'attacco non avrebbe provocato vittime e sarebbe stato portato da velivoli che avrebbero volato a bassa quota oltrepassando il confine. Dal canto suo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, non ha "né confermato né smentito" la notizia: "Non sono a conoscenza di tutte le informazioni militari", ha dichiarato. Poco dopo il segretario del Consiglio di Sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov, ha smentito che Kiev sia responsabile dell'attacco: "Per un qualche motivo dicono che lo abbiamo fatto noi, ma in base alle nostre informazioni ciò non corrisponde alla realtà", ha detto alla televisione di Stato ucraina. Peraltro, quello della scorsa notte non sarebbe il primo attacco di Kiev nell’oblast di Belgorod: tra il 29 e il 30 marzo, infatti, gli stessi media ucraini hanno riferito di un deposito di armi colpito da un missile Otr-21 Tochka-U mentre nei giorni precedenti un cappellano militare russo è stato ucciso da un altro attacco missilistico.

Non ci sono dubbi che l'attacco portato a segno a Belgorod rappresenti un segnale importante e preoccupante per la Russia; i due elicotteri da guerra, infatti, sono riusciti a eludere la contraerea di Mosca e penetrare indisturbati per decine di chilometri in territorio russo. Inoltre l'attacco ha anche un valore simbolico: la città di Belgorod, capoluogo dell’omonima regione che conta oltre 350mila abitanti, dista meno di 80 chilometri da Kharkiv, uno dei principali centri del Donbass. Nelle settimane che hanno preceduto l’invasione russa Belgorod era uno dei luoghi in cui Vladimir Putin aveva ammassato le sue truppe e proprio questa città gioca tuttora un ruolo fondamentale: da qui infatti vengono coordinate le operazioni nell'est dell'Ucraina e sempre da Belgorod arrivano i rifornimenti e nuovi soldati. La distruzione del deposito di carburante e di quello di armi risponderebbe proprio allo scopo di interrompere il flusso dei rifornimenti per le truppe russe in territorio ucraino.

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