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Coronavirus, allarme dell’Ue: “Situazione preoccupante, in alcuni Paesi è peggio che a marzo”

Unione europea in allerta dopo l’impennata dei nuovi casi di Coronavirus in Spagna, Francia e Germania. L’avvertimento della commissaria alla Salute, Stella Kyriakides: “La situazione del Covid-19 in alcuni Stati è anche peggiore del picco di marzo, questo è molto preoccupante. Bisogna mettere in atto tutte le misure necessarie. Questa potrebbe essere la nostra ultima possibilità per evitare un ripetersi della situazione della primavera scorsa”.
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A cura di Ida Artiaco
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"La situazione del Covid-19 in alcuni Stati dell'Ue è anche peggiore del picco di marzo, questo è molto preoccupante. E significa che le misure di controllo adottate non sono state abbastanza efficaci o non sono state applicate, o non sono state seguite come dovuto". È questo l'allarme che senza mezze misure ha lanciato da Bruxelles la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, che ha fatto il punto della situazione dell'emergenza Coronavirus nell'Unione dopo l'impennata di nuovi casi che si è registrata in Francia, Spagna, Germania ed anche Regno Unito. Per questo, ha aggiunto Kyriakides, "è fondamentale che gli Stati adottino tutte le misure necessarie al primo segnale di nuovi focolai, come il rafforzamento dei test e contact tracing, il miglioramento della sorveglianza sanitaria pubblica, la garanzia di un migliore accesso ai dispositivi di protezione individuale e ai medicinali e la garanzia di capacità sanitarie sufficienti, in linea con le azioni presentate dalla Commissione a luglio".

Solo ieri, secondo un conteggio dell'agenzia di stampa Afp, i casi di Coronavirus accertati in Europa hanno superato la soglia dei 5 milioni, mentre la seconda ondata nel Vecchio Continente preoccupa e secondo alcuni esperti sarebbe ormai alle porte. "La nuova valutazione del rischio ci mostra che non possiamo abbassare la guardia – ha concluso la commissaria europea – con gli Stati membri che hanno registrato un numero di casi più elevato rispetto al picco di marzo, è assolutamente chiaro siamo in un momento decisivo e tutti devono agire con decisione e utilizzare gli strumenti di cui disponiamo. Questa potrebbe essere la nostra ultima possibilità per evitare un ripetersi della situazione della primavera scorsa". L'appello di Kyriakides giunge a poco più di una decina di giorni di distanza dall'avvertimento che era arrivato sempre all'Europa direttamente dall'Organizzazione mondiale della Sanità. "In ottobre e novembre, vedremo più mortalità in Europa, sarà difficile", aveva detto Hans Kluge, che ha anche messo in guardia i paesi membri sull'arrivo del vaccino: "Non sappiamo nemmeno se l'antidoto aiuterà tutti i gruppi della popolazione. Secondo me, la fine della pandemia arriverà solo quando noi come comunità impareremo a convivere con il virus. E questo dipende solo da noi".

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