Conservava i cadaveri in sede invece di seppellirli, titolare di una pompa funebre nei guai

Hull, in Regno Unito, è ancora sotto shock per uno scandalo che ha scosso il cuore della comunità. Robert Bush, 47 anni, impresario di pompe funebri e titolare della Legacy Independent Funeral Directors, è comparso in tribunale per rispondere a ben 65 capi d’accusa che raccontano una storia di inganni e profonda mancanza di rispetto verso i defunti e le loro famiglie.
Secondo l’accusa, Bush avrebbe ostacolato la sepoltura legale in 30 casi, commesso altrettanti episodi di frode con false dichiarazioni su cure, cremazioni e restituzione delle ceneri, gestito in modo fraudolento i piani funerari e persino sottratto fondi a 12 enti di beneficenza, tra cui Salvation Army, Macmillan Cancer Support, Help for Heroes e RNLI.
Tutto è esploso nel marzo dello scorso anno, quando la polizia di Humberside, dopo segnalazioni inquietanti sulla “cura dei defunti”, ha fatto irruzione nella sede di Hessle Road. Lì, tra silenzi e odori pesanti, sono stati scoperti 35 corpi e individuate 163 famiglie legate alle ceneri custodite. Lo sdegno pubblico è cresciuto a ogni nuovo dettaglio, amplificato dal vuoto normativo che lascia il settore funerario quasi privo di controlli.
All’udienza odierna presso la Corte di Hull, Bush è arrivato con il volto semicoperto. Seduto nella gabbia di vetro dell’aula, elegante ma impassibile, ha risposto solo per confermare le proprie generalità, aggiustandosi distrattamente la cravatta. Il giudice John Thackray KC, dopo aver sottolineato che il fascicolo contiene 7.000 pagine di prove, ha rinviato la prossima udienza al 15 ottobre. Fino ad allora, Bush resterà in libertà su cauzione condizionata.
La portata dello scandalo è enorme. La polizia ha istituito una linea diretta per le famiglie, ricevendo oltre 2.000 chiamate in un solo mese. Per molti, il dolore si è moltiplicato: alcuni hanno dovuto organizzare un secondo funerale per garantire ai propri cari una sepoltura dignitosa.
In risposta, è nato un gruppo di supporto con 60 operatori dei consigli comunali di Hull ed East Riding, affiancati da altre agenzie. Il loro compito: sostenere le famiglie, rintracciare i parenti legati a 163 urne ancora senza collocazione e progettare giardini commemorativi permanenti. Sono stati persino ingaggiati “cacciatori di eredi” per restituire le ceneri a chi ne ha diritto.
Una cerimonia di memoria si è già svolta nella Hull Minster, mentre il gruppo Hull 35 continua a organizzare veglie il primo giovedì di ogni mese per tenere viva l’attenzione pubblica.
Karen, una delle voci più attive del gruppo e figlia di due defunti cremati dalla Legacy, ha espresso gratitudine per l’operato delle autorità, ma ha ammesso che il processo sarà “emotivamente devastante”.
A un anno dall’inizio dell’indagine, le ferite restano aperte e la comunità sa che dovrà affrontare un lungo cammino prima di ritrovare pace e fiducia.