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Come stanno i soldati ucraini dell’isola dei serpenti: ancora vivi, ma prigionieri dei russi

La storia dei 13 soldati ucraini uccisi dopo aver rifiutato la resa di fronte all’artiglieria di una nave da guerra russa aveva fatto il giro del mondo. Sarebbero ancora vivi e prigionieri.
A cura di Susanna Picone
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Si credeva fossero stati uccisi dopo essersi rifiutati di arrendersi ed erano stati chiamati “eroi” per questo e invece sarebbero ancora vivi, e ora prigionieri di guerra, i 13 soldati ucraini dell’isola dei Serpenti, nel Mar Nero. A darne notizia, riportata dalla Cnn, la Marina ucraina. La vicenda di Snake Island, territorio nella regione di Odessa e noto anche come Zmiinyi Island, risale a qualche giorno fa: una storia diventata ben presto virale che aveva fatto il giro del mondo. Secondo la prima versione, quei tredici soldati erano stati trucidati dopo aver rifiutato la resa di fronte all’artiglieria di una nave da guerra russa. “Andate a farvi fott…” si sentiva in un audio diffuso sui canali ucraini.

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Il piccolo contingente stava proteggendo il territorio dopo l’inizio dell’invasione della Russia di Putin in Ucraina, quando è stato chiesto loro di arrendersi. "Siamo una nave da guerra russa, vi chiediamo di deporre le armi e di arrendervi per evitare spargimento di sangue e morti non necessarie, altrimenti bombarderemo”, era l'avviso della nave russa in seguito al quale avevano risposto gli ucraini. E si credeva appunto che tutti fossero stati tutti uccisi dopo essersi rifiutati di arrendersi. Lo stesso presidente Volodymyr Zelensky aveva conferito loro il riconoscimento di "eroi dell'Ucraina".

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Poi oggi è arrivata una dichiarazione della Marina ucraina secondo cui i soldati sono stati alla fine costretti ad arrendersi “per mancanza di munizioni”. Secondo la stessa fonte, i russi avrebbero distrutto completamente torri, antenne e fari sull’isola. I media russi avevano mostrato anche l’arrivo dei soldati prigionieri in Crimea, dove sarebbero detenuti.

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