Cina, SOS lanciato da una cartolina di Natale: “Siamo prigionieri, ci costringono a lavorare”

"Siamo dei prigionieri stranieri nella prigione di Qingpu, a Shanghai, in Cina. Siamo costretti a lavorare contro la nostra volontà. Per favore, aiutateci e avvertite un'organizzazione per i diritti umani". La straziante richiesta d'aiuto, contenuta in una cartolina di Natale venduta nei supermercati Tesco, è stata notata da una bambina di soli 6 anni di Londra, mentre stava scrivendo dei biglietti d'auguri per i compagni di scuola.
A raccontare l'incredibile vicenda è stato il Sunday Times. Florence Widdicombe, si è imbattuta nel messaggio, tutto scritto a stampatello, scritto all'interno di una cartolina illustrata con un gatto con cappello di Babbo Natale. "Contattate Peter Humphrey", si leggeva ancora. La bambina, dopo essersi accorta del grido d'aiuto, l'ha mostrato al papà, che digitando su Google quel nome ha scoperto che Peter Humphrey è un giornalista, che è stato detenuto proprio nel carcere cinese citato nella cartolina. È stato lo stesso Humphrey a raccontare la storia sul Sunday Times.
Tesco, gigante britannico dei supermercati, ha annunciato di avere sospeso la fornitura con la fabbrica cinese in cui risultava che le cartoline venissero prodotte, la Zheijiang Yunguang Printing. Tesco ha "immediatamente sospeso" i rapporti con la fabbrica e "lanciato un'inchiesta", ha fatto sapere una portavoce, precisando che lo stabilimento era stato oggetto di un "controllo indipendente" a novembre e che non era emerso nulla che suggerisce una violazione delle regole, che non consentono lo sfruttamento lavoro penitenziario. Se così fosse stato, il fornitore sarebbe stato rimosso "immediatamente e in modo permanente", aggiunge la catena britannica, precisando inoltre che il ricavato delle cartoline viene versato in beneficenza e che adesso sono state ritirate dalla vendita.
Peter Humphrey era stato arrestato nell'estate del 2013 e poi condannato ad agosto del 2014 a due anni e mezzo di carcere per violazione delle leggi cinesi sulla vita privata, mentre lavorava in Cina per conto del gruppo britannico GlaxoSmithKline (GSK). Nella prigione di Qingpu il giornalista ha scontato una parte della pena; ha spiegato di avere contattato degli ex prigionieri che gli hanno confermato di essere stati costretti a impacchettare delle cartoline di Tesco.
Non è la prima volta che dalla Cina viene recapitato un messaggio così. La tv britannica Sky News riporta che nel 2017 un testo in cinese, proveniente da una prigione di Canton, era stato ritrovato in una scatola di cartoline di Natale dei supermercati Sainsbury's. E nel 2014 un biglietto che denunciava lavori forzati in un'altra prigione cinese era stato trovato in un pantalone del negozio di abbigliamento Primark, in Irlanda del Nord.