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Guerra in Ucraina

Chi sono i contractors, i mercenari che combattono in Ucraina e qual è il loro ruolo nella guerra

Ci sono i contractors, soldati mercenari appartenenti a compagnie militari private che partecipano attivamente ai combattimenti in Ucraina sia a fianco di Mosca che di Kiev.
Intervista a Luigi Chiapperini
Generale di Corpo d'Armata, già Comandante del contingente multinazionale NATO in Afghanistan tra il 2012 e il 2013, Vice Capo del III Reparto delle Aree Pianificazione Generale e Direzione Strategica / Politica delle Alleanze presso lo Stato Maggiore Difesa, Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, presidente dei lagunari dell’ALTA e collaboratore del Campus universitario CIELS di Padova
A cura di Davide Falcioni
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Più di 40mila siriani si sarebbero registrati per recarsi in Ucraina e dare supporto militare alle forze armate russe. A renderlo noto l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, aggiungendo comunque che ad oggi nessuno di loro ha ancora raggiunto il campo di battaglia. Nel frattempo nelle scorse settimane il governo ucraino una ha istituito una "legione straniera" di volontari aperta a tutti coloro che desiderano prendere parte ai combattimenti, indossando una divisa con la bandiera gialla e blu sulla spalla e partecipando attivamente alla difesa delle città sotto assedio: difficile, al momento, stabilire quanti si siano arruolati al fianco di Kiev ma il 27 febbraio scorso il Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha spiegato che partecipare al conflitto è, tutto sommato, semplice: basta mettersi in contatto con le ambasciate ucraine dei propri Paesi d'origine, compilare dei moduli e infine attendere le indicazioni per recarsi sul campo.

La guerra, dunque, vede la partecipazione di soldati non solo ucraini e russi, ma anche di altri Paesi. Non ci sono solo "volontari" spinti da un idealismo disinteressato; al contrario, il conflitto vede la partecipazione anche dei cosiddetti "contractors", soldati spesso appartenenti a compagnie militari private che partecipano attivamente alle ostilità, conducendo anche operazioni offensive in cambio di un compenso economico. Sostanzialmente, per i servizi prestati, i contractors sono quanto più vicine alla figura del mercenario radicata nell’immaginario collettivo. Ma qual è il loro ruolo? E per quale ragione vengono ingaggiati dai belligeranti? A spiegarlo a Fanpage.it il generale di Corpo d'Armata Luigi Chiapperini, già Comandante del contingente multinazionale NATO in Afghanistan tra il 2012 e il 2013.

Generale, innanzitutto ci spiega chi sono i contractors?
Sono dei contraenti, degli operatori militari privati reclutati con un contratto normalmente a termine per svolgere attività militari di sorveglianza di aree o di protezione di persone e infrastrutture in zone di guerra. Quindi sono paramilitari che si offrono per svolgere un lavoro rischioso, da fare con le armi in pugno, anche se non si può escludere che qualcuno lo faccia per una qualche ideologia o per motivi religiosi. In occidente molto spesso si tratta di ex militari che hanno lasciato le forze armate del proprio paese per vari motivi e che si riciclano in queste compagnie mettendo a disposizione le proprie competenze in materia di armi e di combattimento essenzialmente terrestre ma non solo.

Che ruolo hanno giocato nei conflitti più recenti?
Ne ho conosciuti alcuni nelle missioni oltremare, ad esempio in Afghanistan. Molte aziende ed in alcuni casi anche istituzioni che non ricevevano la protezione diretta delle forze regolari, spesso si affidavano a queste compagnie di contractors. Spesso integravano la protezione delle basi ove operavano le organizzazioni non governative ricevendo un compenso adeguato. Però più recentemente e sempre più spesso, dette compagnie di contraenti paramilitari sono state impiegate in attività molto più articolate di quelle classiche. Quindi non più solo la semplice protezione di basi o la protezione di persone in movimento lungo itinerari pericolosi, ma vere e proprie unità da impiegare per addestrare le forze armate locali di un certo paese o per condurre veri e propri combattimenti.

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Ci può fare qualche esempio?
Negli USA ce ne sono decine che hanno operato in vari teatri operativi come ad esempio la Vinnell Corporation che nel 2003 si è aggiudicata il contratto iniziale per ricreare il nuovo esercito iracheno o la DynCorp che forniva la sicurezza al presidente ad interim dell'Afghanistan e addestrava parte delle forze di polizia sia dell'Iraq che dell'Afghanistan o ancora la Blackwater che ha iniziato come una società di sicurezza privata che forniva supporto formativo alle forze dell'ordine, al dipartimento di giustizia e alle organizzazioni militari e che ha ricevuto il primo contratto dal governo degli Stati Uniti nel 2000 dopo il bombardamento della USS Cole. La medesima cosa avviene con gli appaltatori militari privati russi, tra cui il gruppo Wagner che ancorché sembra sia considerato illegale in madrepatria, continua ad operare in tutto il mondo a supporto degli interessi russi. Di solito i mercenari sono schierati in zone di guerra in varie parti del mondo per fornire sicurezza ma anche per effettuare azioni di combattimento vere e proprie. Significativa la loro presenza nei recenti conflitti in Ucraina nel 2014, in Libia a fianco delle forze del generale Haftar e contro analoghe formazioni di mercenari al soldo della Turchia, nella Repubblica Centrafricana, in Siria. Proprio in Siria nel mese di febbraio del 2018 le forze statunitensi respinsero l'assalto a sorpresa dei combattenti pro-Assad appoggiati da appaltatori militari privati russi. Quello scontro rappresentò la prima circostanza in 50 anni che americani e russi si affrontarono in combattimento.

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Putin – come ci ha spiegato più volte lei – dispone di un milione di effettivi. Tuttavia nei giorni scorsi ha annunciato l’arrivo di decine di migliaia di siriani. Ciò significa che Mosca è in difficoltà?
Vorrei specificare che quando ci riferiamo al milione di ‘effettivi' della Russia (e un altro milione e mezzo mobilitabile) stiamo contando tutti coloro i quali prestano servizio nelle forze armate, quindi anche coloro i quali operano nei comandi territoriali e logistici, quelli impegnati nella formazione di base presso le scuole, i soldati in addestramento, i quadri istruttori. Bisogna poi tener conto del fatto che non tutti i reparti operativi sono stati schierati in Ucraina. Tante unità sono schierate dall’altra parte della Russia, ad esempio nell’estremo est o nei porti con le flotte del Nord o del Pacifico. Ecco perché sulla base delle notizie provenienti dalle zone di scontro evidenziavo un rapporto di forza tra i contendenti nel teatro operativo ucraino di quasi uno a uno con forze a contatto russe intorno alle 150.000 unità. Dopo quasi venti giorni di combattimento, le forze russe hanno raggiunto alcuni obiettivi importanti anche se molti analisti si aspettavano di più dopo l’arrivo delle seconde schiere. Tra i successi possiamo annoverare la quasi completa conquista della fascia territoriale a sud dell’Ucraina prospiciente il Mare d’Azov e il consolidamento delle posizioni in Donbass. I russi sono anche in procinto di accerchiare la capitale Kiev e Karchiv. Ma da qualche giorno sembrano quasi fermi. I motivi potrebbero essere molti: devono proteggere le linee di comunicazione che si sono di molto allungate, devono chiudere le morse sui centri abitati dopo averli circondati, devono fronteggiare le azioni di interdizione lanciate da unità ucraine sopravanzate da quelle russe, devono sostituire i mezzi danneggiati e ripianare le perdite.

Quale potrebbe essere il  compito dei contractors? Faranno il "lavoro sporco"?
Le attività sussidiarie che ho descritto assorbono parecchie forze anche di élite che invece dovrebbero occuparsi delle azioni principali, come ad esempio la neutralizzazione delle maggiori formazioni corazzate ucraine ancora operanti. Ecco allora che quelle unità paramilitari potrebbero essere impiegate per supportare i miliziani delle repubbliche indipendentiste del Donbass o per scortare convogli logistici o ancora per penetrare all’interno delle città assediate. Quei contractors siriani potrebbero essere quindi molto utili ai russi anche perché ben addestrati essendo verosimilmente gli stessi che per anni hanno combattuto alle dipendenze del cosiddetto 5° corpo d’armata a fianco dell’esercito regolare del presidente siriano Assad.

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Perché questi mercenari possono rappresentare un valore aggiunto? E qual è il loro costo?
Oltre ai motivi che ho già evidenziato relativi alla sostituzione delle truppe regolari in alcuni compiti operativi secondari, l’impiego di questi mercenari potrebbe avere anche un risvolto in termini di comunicazione interna. Non c’è dubbio che le perdite umane non sono ben accette dall’opinione pubblica la quale, in caso di andamento non completamente favorevole delle operazioni e di troppi caduti, farebbe mancare il proprio sostegno alla guerra. Condurre un conflitto senza l’appoggio del fronte interno sarebbe arduo e pertanto l’obiettivo è di ridurre al massimo le perdite umane o comunque far sì che non siano dei propri soldati. Ecco allora la ricerca di questi mercenari guidati da novelli capitani di ventura, con una paga che andrebbe da poche centinaia fino anche ad un migliaio di dollari al mese, con vitto, alloggio, uniformi e armi gratuiti. Naturalmente dalla parte dei russi ci sono pure volontari che combattono, anche gratuitamente, animati dalla volontà di difendere quelle che ritengono le loro terre del Donbass e più in generale per difendere i valori della madrepatria Russia.

Anche l’Ucraina disporrà del sostegno degli eserciti privati di USA e Regno Unito?
Al momento non sappiamo se sarà così e con quali numeri. Il presidente Zelensky ha annunciato la costituzione della cosiddetta Brigata volontari per l’Ucraina. Sembra che in Polonia stiano arrivando da Canada, Giappone, Finlandia, Gran Bretagna, Francia, Sudan, Stati Uniti, tutti ragazzi animati dalla voglia di aiutare l’Ucraina che secondo loro e secondo quasi tutta l’opinione pubblica occidentale è stata attaccata proditoriamente dalla Russia e che quindi merita di essere difesa dagli invasori. Sembrerebbe quindi che questi eserciti privati saranno effettivamente tra i nuovi protagonisti della inaspettata e violenta guerra in Ucraina. Quanto saranno decisivi ce lo dirà la storia.

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