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Esplosione a Beirut, in Libano

Chi era Maria Pia Livadiotti, vittima italiana delle esplosioni di Beirut

Una cittadina italiana di 92 anni è morta nell’esplosione di Beirut e almeno dieci connazionali sono rimasti feriti. La vittima è Maria Pia Livadiotti, nata a Beirut nel 1928, vedova di Lutfallah Abi Sleiman e una delle più longeve italiane della capitale del Libano. Il figlio, rimasto ferito in strada, l’ha trovata morta in casa.
A cura di Susanna Picone
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Una donna di 92 anni è la prima vittima italiana accertata tra le 157 persone morte nelle esplosioni che martedì hanno devastato Beirut. Si tratta di Maria Pia Livadiotti, nata a Beirut nel 1928 e iscritta al registro anagrafico di Roma dei cittadini residenti all’estero. A confermare la notizia della sua morte nella capitale del Libano sono fonti del Ministero degli Esteri. A quanto si apprende dall'ambasciata, l’anziana donna è stata trovata morta in casa, probabilmente a causa di un trauma cranico dovuto alla forza d'urto della deflagrazione. Sul corpo non vi erano segni di ferite da schegge o lamiere. Maria Pia Livadiotti era una delle più longeve italiane di Beirut: la signora, vedova di Lutfallah Abi Sleiman, già medico di fiducia dell'ambasciata d'Italia a Beirut morto 15 anni fa, aveva quasi sempre vissuto nella capitale del Libano. Anche il figlio della donna è rimasto lievemente ferito: si trovava in strada e al suo ritorno a casa ha trovato la madre riversa a terra, ormai senza vita.

Una decina di italiani feriti a Beirut

L’ultimo bilancio, sempre provvisorio, delle esplosioni di Beirut è di 157 vittime e circa 5000 feriti. Tra questi, si contano almeno dieci italiani. La Farnesina continua a monitorare in tempo reale la situazione insieme all'ambasciata d'Italia a Beirut. Tra i feriti italiani a Beirut anche il caporal maggiore capo scelto dell'Esercito italiano Roberto Caldarulo, che ha riportato una frattura a una mano. Il militare sta comunque bene e ha voluto raccontare le fasi dell'esplosione a Beirut: "Ricordo un boato fortissimo, indescrivibile. Gli avvenimenti si succedevano molto velocemente. Subito dopo l'esplosione c'è stato un attimo di smarrimento, abbiamo fatto un controllo tra noi per vedere se qualcuno stava peggio degli altri. La cosa che tuttora ci preoccupa è la situazione della popolazione libanese. Non è stata una bella esperienza, ma noi siamo stati fortunati altre persone purtroppo no".

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