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Chi è Vasili Alexandrovich Arkhipov, l’uomo che salvò il mondo dalla catastrofe nucleare

A vent’anni dalla sua morte l’ex ufficiale sovietico è stato premiato per aver salvato il mondo dalla Terza Guerra Mondiale evitando che il comandante del suo sommergibile sganciasse una testata nucleare sugli USA nel 1962.
A cura di Davide Falcioni
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Sono trascorsi 20 anni dalla sua morte, ma ieri finalmente l'Institute of Engineering and Technology at the Savoy Place di Londra ha deciso di rendere onore a un eroe semi sconosciuto del secolo scorso, Vasili Alexandrovich Arkhipov, il sommergibilista russo che durante la guerra fredda evitò un olocausto nucleare salvando di fatto il mondo da una nuova guerra. Il suo nome è sconosciuto ai più, ma la sua storia è quella di un uomo che ha contribuito a cambiare con le sue scelte il corso della storia.

Ma chi è stato  Vasili Alexandrovich Arkhipov?

Era il 1962, anno della crisi missilistica cubana. Un sommergibile militare russo venne intercettato dalla marina USA nelle acque caraibiche nel periodo di più alta tensione tra Washington e il Cremlino dopo la decisione di quest'ultimo di installare postazioni di lancio missili a Cuba. Il sottomarino rimase immobile, nascosto in profondità. Gli americani decisero di lanciare cariche esplosive per costringere il mezzo a tornare in superficie. All'interno del sommergibile regna il caos. Le esplosioni ravvicinate fanno tremare tutto: gli statunitensi non sanno che i sovietici sono in possesso di armi nucleari e che sono autorizzati ad usarle in caso di pericolo.

Valentin Savitsky, comandante del sommergibile, ordina: “Preparate la testata”. Un siluro che ha la stessa potenza della bomba lanciata su Hiroshima. Nel suo mirino ci sono 11 navi americane, che verrebbero spazzate via immediatamente. Se l'ordine di lancio fosse stato impartito, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. E' in questo momento che interviene Vasili, 34 anni, ufficiale in seconda a capo della squadriglia di sottomarini. Non può contrastare la decisione del suo capitano, ma ugualmente cerca di motivare la sua contrarietà. Spiega che se gli americani avessero voluto affondarli lo avrebbero già fatto: “Quelle non erano cariche letali. Stanno solo dicendo di riemergere in superficie. Sanno che siamo qui, vogliono parlarci: Non dia l'ordine”. Il comandante ascolta quel suo sottoposto e decide di riemergere. Gli americani intimano al sottomarino di andarsene e non effettuano nessuna ispezione a bordo. Solo cinquant'anni più tardi sapranno che quel sommergibile conteneva testate nucleari.

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