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Chi è Abu Bakr al-Baghdadi, il terrorista più ricercato del mondo

Abu Bakr al-Baghdadi, capo dell’Isis, si sarebbe tolto la vita facendosi saltare in aria poco prima di essere catturato dalle truppe statunitensi nel nordovest della Siria. Al-Baghdadi ha assunto il comando dello Stato Islamico nel 2014 ed è stato il responsabile di tutte le azioni militari compiute, compresi gli attentati in Europa.
A cura di Davide Falcioni
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L'uomo più ricercato del pianeta, il terrorista sulla cui testa era stata posta una taglia da 25 milioni di dollari, si è fatto saltare in aria per evitare la cattura da parte delle truppe statunitensi nel nord-ovest della Siria. Abu Bakr al-Baghdadi era l'uomo a cui davano la caccia i servizi segreti di mezzo mondo e più volte negli ultimi anni è stata data la notizia della sua morte, l'ultima da parte del Ministero della Difesa russo il 16 giugno del 2017. In realtà al-Baghdadi è riuscito sempre a farla franca fino alla scorsa notte, quando vedendosi braccato si sarebbe fatto esplodere.

Chi era Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell'Isis

Ma chi era il capo dell'Isis? Non sono molte le notizie certe al suo riguardo. Si ritiene sia nato a Samarra, a nord di Baghdad, nel 1971, e che dopo aver combattuto per Al Quaeda sia stato catturato a Falluja e fatto prigioniero degli americani in Iraq per dieci mesi, fra febbraio e dicembre 2004, prima di essere scarcerato perché considerato poco pericoloso. Al-Baghdadi si rivelò al mondo cinque anni fa. All'inizio del luglio 2014, poche settimane dopo che l'Isis aveva preso il controllo della città di Mosul, al-Baghdadi comparì  in un video che lo ritraeva nella moschea Al-Nouri mentre pronunciava un sermone in cui ordinava ai fedeli musulmani riuniti di obbedirgli autoproclamandosi "califfo" di un territorio che si estendeva dalla Siria all'Iraq, ovvero dalla provincia di Aleppo fino a quella di Diyala.

Da quel momento al-Baghdadi è stato di fatto il capo dell'Isis, responsabile non solo della guerra condotta in Iraq e Siria ma anche dei numerosi attentati nel resto del mondo. L'espansione dello Stato Islamico è iniziata nell'agosto del 2014, quando i miliziani massacrarono e ridussero in schiavitù migliaia di appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi. L'apice del potere arrivò però nel gennaio del 2015, con il controllo di un'area di 88mila chilometri quadrati, tra la Siria occidentale e l'Iraq orientale, nella quale vivono quasi 8 milioni di persone. Nel marzo 2016, l'esercito facente capo ad Assad riconquista, con il sostegno russo, l'antica città di Palmira, che poi verrà persa di nuovo nel dicembre dello stesso anno e definitivamente riconquistata nel marzo 2017. A luglio dello stesso anno, le forze irachene liberano Mosul, pagando però un prezzo altissimo. In 10 mesi di battaglia muoiono migliaia di civili, la città viene in gran parte distrutta e circa 800mila persone perdono le loro abitazioni.

Nell'ottobre 2017, le Forze democratiche siriane (Sdf) strappano Raqqa all'Isis e a dicembre il governo iracheno dichiara la vittoria contro lo Stato Islamico. Il 23 marzo di quest'anno, le milizie curde-siriane dell'Sdf annunciano la caduta di Baghuz, l'ultima roccaforte dell'Isis. E' "la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell'Isis".

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