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Chernobyl, i raccolti agricoli sono ancora contaminati dopo 34 anni

Le colture nei pressi dell’ex centrale sono ancora contaminate. A rivelarlo gli esperti dei Greenpeace Research Laboratories in un articolo pubblicato dalla rivista Environment International. Gli studiosi hanno esaminato grano, segale, avena e orzo nelle vicinanze del luogo del disastro nucleare, rivelando la presenza di isotopi radioattivi come stronzio 90 e cesio 137.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono trascorsi più di 34 anni dal disastro nucleare di Chernobyl eppure le colture nei pressi dell'ex centrale sono ancora contaminate. A renderlo noto gli esperti dei Greenpeace Research Laboratories in un articolo pubblicato dalla rivista Environment International. Gli studiosi hanno esaminato grano, segale, avena e orzo nelle vicinanze del luogo del disastro nucleare, rivelando la presenza di isotopi radioattivi come stronzio 90 e cesio 137, con concentrazioni superiori ai limiti di sicurezza ufficiali dell'Ucraina per la legna. "Ci siamo concentrati sullo stronzio 90 perché è noto per essere attualmente presente nel suolo in forma biodisponibile – spiega Iryna Labunska dei Greenpeace Research Laboratories presso l'Università di Exeter – il che significa che può essere assorbito dalle piante. Il monitoraggio del governo ucraino sulle merci contenenti stronzio si è concluso nel 2013, ma il nostro lavoro dimostra che andrebbero portate avanti le indagini".

I ricercatori hanno prelevato 116 campioni di cereali raccolti dal 2011 al 2019 in 13 insediamenti nel distretto di Ivankiy in Ucraina, a 50 chilometri a sud della centrale nucleare di Chernobyl. “Ci siamo concentrati sullo stronzio 90 perché è noto per essere attualmente presente nel suolo principalmente in forma biodisponibile – spiega Iryna Labunska dei Greenpeace Research Laboratories presso l'Università di Exeter – il che significa che può essere assorbito dalle piante. Il monitoraggio del governo ucraino sulle merci contenenti stronzio 90 si è concluso nel 2013, ma il nostro lavoro dimostra che è necessario proseguire le indagini”.

Il team ha prelevato 116 campioni di cereali raccolti dal 2011 al 2019 in 13 insediamenti nel distretto di Ivankiv in Ucraina, a una cinquantina di chilometri a sud della centrale nucleare di Chernobyl; dagli esami è emerso che i livelli delle sostanze radioattive erano superiori ai limiti in oltre la metà dei campioni. “Le persone devono essere consapevoli della continua contaminazione del suolo e delle piante e devono essere informate sui metodi agricoli e di bonifica più sicuri – sostiene David Santillo, collega e coautore di Labunska – abbiamo trovato livelli molto alti di stronzio 90 nella cenere di legno, che viene tuttavia utilizzata come fertilizzante”.

Gli scienziati spiegano che vi è la possibilità che le radiazioni si diffondano di nuovo e in modo più veloce, visto che sempre più legno viene utilizzato per la produzione di energia nella regione. “I dati modellati tuttavia – precisano – mostrano che la maggior parte del distretto di Ivankiv potrebbe produrre grani contenenti stronzio 90 al di sotto dei livelli massimi di radiazione, anche se il legno proveniente dalle aree nel nord-est del distretto di Ivankiv potrebbe essere più pericoloso”.

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