Charlie morta nel sonno a 22enne, autopsia non svela la causa: era incinta, ora è morto anche il suo bambino

Era incinta Charlie Comer quando lo scorso 13 ottobre è stata strappata alla vita nel sonno a soli 22 anni. Alla ventesima settimana di gravidanza, nonostante qualche episodio di nausea mattutina, la giovane di Devon, in Regno Unito, sembrava stare bene, racconta la madre Carrie Burns, 42 anni. In passato aveva affrontato momenti difficili legati alla salute mentale, ma era riuscita a superarli, ritrovando equilibrio e serenità.
“È successo tutto così inaspettatamente”, racconta ora la donna a Devon Live. “Era una domenica sera, è andata a letto dicendo di non sentirsi molto bene… Ma non si è più svegliata.” L’autopsia iniziale non ha fornito spiegazioni: “Non hanno trovato cause evidenti, e adesso attendiamo ulteriori analisi. Non sappiamo quando ci sarà l’inchiesta, ci hanno detto tra qualche settimana, ma nessuno può dirlo con certezza.”
Charlie aveva mangiato del fish and chips la sera precedente e, pensando che il cibo fosse stato un po’ "strano", non aveva dato peso ai malesseri della giornata. Ora, oltre al vuoto lasciato da Charlie, la famiglia deve affrontare un’altra tragedia: il bambino che portava in grembo, Arlo, non ce l'ha fatta. Carrie ha voluto che il piccolo rimanesse vicino alla madre durante l’autopsia, così da rispettare quel legame così profondo e breve. “Abbiamo chiesto che il piccolo rimanesse con lei,” racconta Carrie, “ed è stato portato a Southampton per un esame specialistico che garantisse che restasse intatto. Avevamo scoperto che era un maschio e aveva deciso di chiamarlo Arlo.”
Charlie lascia anche la sua bambina di 18 mesi, Remi, ancora troppo piccola per comprendere la perdita. “Remi vive con suo padre, e noi la vediamo qualche volta a settimana,” spiega Carrie. “Somiglia tantissimo a sua madre, è come vedere Charlie riflessa in lei. È troppo piccola per capire, quindi adesso dobbiamo prenderci cura di lei e aiutarla a ricordare chi era sua mamma e quanto la amava.”

Per la 42enne, il dolore più grande è l’incertezza sulle cause del decesso della figlia. “Non sapere cosa l’abbia uccisa rende tutto ancora più difficile,” confessa. “Se solo potessimo capire il motivo, anche se non ci sarebbe senso comunque nel perdere una ragazza di vent’anni, almeno potremmo cominciare a elaborare il lutto.”
Charlie, racconta la madre, era finalmente felice, serena e positiva verso il futuro. Stava ricevendo supporto per alcuni sui disturbi, e la gioia per il bambino che stava venendo al mondo la faceva sorridere. “Era bellissimo vederla crescere, fiorire. Era così viva, capace di rendere felici chiunque le stesse intorno. Chiunque l’abbia conosciuta la ricorderà con affetto infinito" ha concluso, affranta, la madre.