Caso Epstein, trovato un milione di nuovi file: “Saranno esaminati e resi pubblici tra qualche settimana”

Si è aperto con un annuncio choc un altro capitolo del caso Jeffrey Epstein. Un milione di nuovi documenti potenzialmente legati all'ex finanziere, coinvolto nello scandalo sessuale e morto suicida in carcere nel 2019, è stato trovato e consegnato al Dipartimento di Giustizia.
Saranno esaminati e tra "alcune settimane" resi pubblici. Non è ancora chiaro cosa contengano questi file e in che modo possano contribuire a fare piena luce sul caso, come chiedono le vittime di Epstein e delle altre persone coinvolte nello scandalo che da quasi un decennio sta scuotendo gli Usa.

Continua infatti a salire la pressione sull'ex principe Andrea, uno dei sodali di Epstein, che in molti vorrebbero vedere rispondere delle sue azioni anche negli Usa. L'ultima a chiedere che Andrea venga sentito dalla giustizia americana è stata Maria Lacerda, tra le vittime dell'ex finanziere.
In tanti sono convinti che l'ex reale sia nella posizione di fornire informazioni essenziali per ricostruire il sistema di abusi messo in piedi da Epstein e dalla sua complice, Ghislaine Maxwell. Andrea ha sempre negato le accuse mosse nei suoi confronti, anche quelle di Virginia Giuffre, la principale accusatrice di Epstein morta suicida lo scorso aprile.

Lo scontro politico sui file del caso Epstein, tra correzioni e polemiche
Negli Usa lo scontro politico sui documenti è molto acceso. I democratici infatti chiedono un'accelerazione nella pubblicazione delle carte.
E per la Casa Bianca il caso rischia di trasformarsi in una grana sempre più grande perché la diffusione dei documenti, nelle intenzioni del presidente Donald Trump, avrebbe dovuto portare all'archiviazione del caso.

Invece, la scadenza della diffusione per tutte le carte in possesso del Dipartimento di Giustizia – il 19 dicembre – non è stata rispettata. Finora solo 130mila file sono stati resi noti e con non poche difficoltà. Le ultime infatti sono state pubblicate, poi rimosse e poi di nuovo pubblicate.
Hanno provocato polemiche e accuse di censura anche i commenti e le correzioni effettuati in corso d'opera dagli uomini della ministra Bondi. Gli ultimi documenti pubblicati sono stati infatti accompagnati da una inusuale postilla in cui si precisava che il materiale diffuso includeva "affermazioni false e sensazionalistiche" contro il presidente.
Il presidente Trump: "Una caccia alle streghe, pubblicate i nomi nei file"
Il presidente Trump nelle scorse ore ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di pubblicare " i nomi" contenuti nei documenti di Jeffrey Epstein. "I democratici hanno lavorato con Epstein, non i repubblicani. Pubblicate i nomi, metteteli in imbarazzo", ha scritto il tycoon sul suo social Truth.

Trump ha aggiunto inoltre che il Dipartimento di Giustizia, con oltre un milione di pagine trovate su Epstein, è "costretto a trascorrere tutto questo tempo su una bufala ispirata dai democratici". "La sinistra radicale non vuole che la gente parli dei successi di Trump e dei repubblicani, ma solo di Epstein. Un'altra caccia alle streghe", ha concluso.
Nei file Epstein parla di suicidio: "Contrario per motivi religiosi, temo il dolore"
Nei documenti del carcere metropolitano di Brooklyn, dove Epstein si tolse la vita nell'agosto del 2019, inclusi nei nuovi file rilasciati dal dipartimento di Giustizia americano, ci sarebbero dichiarazioni dell'ex finanziere sul suicidio.
Pochi giorni prima di essere dichiarato morto aveva affermato di non avere nessuna intenzione di uccidersi e anzi di temere il dolore fisico. Si tratta di file destinati a riaccendere le teorie diffuse sui social e nella base Maga, secondo cui il finanziere sarebbe stato assassinato per evitare che potesse coinvolgere personaggi importanti.
I file del Metropolitan Correctional Center di New York, dove Epstein era in attesa del processo per le accuse di traffico sessuale, rivelano anche nuovi dettagli sul "presunto tentativo di suicidio" del 23 luglio 2019. "Ha detto di essere ebreo e che nella sua religione il suicido è contrario alla religione", si legge nella scheda stilata l'1 agosto dai servizi psicologici.

In altre note, i medici avevano confermato che Epstein aveva "negato idee suicide o di autolesionismo". "Non mi piace il dolore e persino donare sangue", aveva dichiarato. Ma un tentato suicidio era stato appunto registrato a luglio. Lui aveva spiegato di non ricordare l'incidente e di essere in ansia perché si era ritrovato strani segni sul collo di cui non conosceva l'origine.
Nei documenti veniva descritto come una persona "logica e coerente". Pochi giorni prima di morire, era risultato di "buon umore". La diagnosi finale era stata che Epstein risultava "orientato al futuro" e "non rappresentare un pericolo per se stesso".
Epstein aveva chiesto di restare sotto osservazione, temendo di rientrare in cella, ma anche affermato che non temeva per la propria vita. Le circostanze del primo tentativo di suicido restano poco chiare. Il 10 agosto era stato trovato impiccato nella sua cella.