Caso Epstein, la compagna Ghislaine Maxwell chiede la revoca della condanna e fa appello a Trump

La ex compagna e collaboratrice di Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell, ha presentato un ricorso presso la Corte suprema, chiedendo di annullare la sua condanna, sostenendo di essere tutelata da un accordo stipulato da Epstein con le autorità federali che la proteggeva dall'azione penale. La donna era stata condannata a 20 anni di reclusione per il suo coinvolgimento nei traffici del finanziere, morto suicida in carcere nel 2019 dopo essere stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali e traffico internazionale di minori.
"Questo caso riguarda ciò che il governo ha promesso, non ciò che Epstein ha fatto", hanno dichiarato gli avvocati di Maxwell ai giudici della Corte in una nuova memoria, secondo quanto riporta la Cnn. I legali hanno allegato anche un messaggio per il presidente Donald Trump, fino al centro dell'attenzione per i suoi legami con Epstein. "Stiamo facendo appello non solo alla Corte Suprema ma al presidente stesso per riconoscere quanto sia profondamente ingiusto usare Ghislaine Maxwell come capro espiatorio per i crimini di Epstein, specialmente quando il governo ha promesso che non sarebbe stata perseguita penalmente", ha scritto l'avvocato David Oscar Markus, sui social media.
Nel suo ricorso alla Corte Suprema, depositato ad aprile, si sostiene che Maxwell sarebbe dovuta essere tutelata da un accordo di non prosecuzione che il finanziere aveva ottenuto come parte del suo patteggiamento per dichiararsi colpevole. La Corte d'Appello del Secondo Circuito degli Stati Uniti, con sede a New York, si è pronunciata contro la donna, stabilendo che l'accordo stipulato con i procuratori della Florida non vincolava le autorità di New York.
Negli scorsi giorni Maxwell ha incontrato il viceprocuratore generale degli Stati Uniti, Todd Blanche, per rispondere a domande su Epstein e ora il tentativo sarebbe quello di riscrivere l'accordo di patteggiamento sottoscritto nel 2007, con l'ufficio del procuratore del distretto giudiziario meridionale della Florida, Alex Costa, in base al quale le autorità Usa hanno acconsentito a "non emettere accuse penali nei confronti di qualsiasi potenziale co-cospiratore" di Epstein. Secondo i legali della donna, gli Stati Uniti hanno garantito l'immunità ai co-cospiratori di Epstein, e che questo significa che la Maxwell non può essere perseguita nel Paese per i crimini del finanziere.
Lo scandalo legato a Epstein rischia di travolgere anche Donald Trump, che finora ha disatteso la promessa di rendere pubblici i files relativi all'indagine, ma su cui crescono i sospetti per via del suo rapporto con il finanziere. Rapporto che il presidente ha cercato di ridimensionare nelle sue ultime dichiarazioni ma che, stando alle testimonianze di diverse conoscenze in comune dei due, sarebbe stato più stretto di quanto il tycoon voglia far credere.
Incalzato dai giornalisti, oggi Trump ha detto che sarebbe "autorizzato" a graziare Maxwell, ma ha preferito non affrontare la questione."Nessuno me l'ha chiesto", ha risposto. "In questo momento sarebbe inappropriato parlarne", ha concluso.