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Caso Alpi: i servizi decideranno sul segreto, ma i documenti sarebbero molti di più

I documenti su cui è stato chiesto di togliere il segreto sarebbero molti di più di quelli per cui la presidente Boldrini ha avviato l’Iter. “Sul segreto decideranno i servizi” dice a Fanpage, Felice Casson (Pd) segretario del Copasir. In caso contrario si può ricorrere fino alla Corte Costituzionale.
A cura di Antonio Musella
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Si è celebrato la scorsa settimana il ventennale dell'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Una vicenda su cui ancora non si è fatta piena luce, con un procedimento giudiziario che non ha soddisfatto nessuno che tiene in carcere Hashi Omar Hassan, cittadino somalo ritenuto parte del commando che compì l'esecuzione ai danni dei due colleghi della Rai e che si è sempre proclamato innocente. Un processo ritenuto frettoloso e che non soddisfa nemmeno la signora Luciana Alpi, madre di Ilaria che ha sempre ritenuto innocente Hashi Omar Hassan. Negli anni alla magistratura ordinaria si è aggiunta anche una commissione parlamentare d'inchiesta presieduta dall'ex deputato del Pdl l'avvocato Carlo Taormina che giunse alla discutibile conclusione che la morte di Alpi e Hrovatin fu "un tentativo di rapina finito male" e che i due fossero in Somalia "in vacanza". Come è ormai noto i giornalisti stavano seguendo un'inchiesta sul traffico di rifiuti tossici ed armi tra l'Italia e la Somalia collegato alla gestione dei fondi della cooperazione internazionale.
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le campagne per la desecretazione di una ingente mole di documenti e relazioni dei servizi segreti italiani che finirono agli atti della commissione Taormina. Oltre all'Associazione Articolo 21, a promuovere la campagna per la desecretazione di quei documenti – e di quelli relativi alla vicenda delle navi dei veleni – sono stati i colleghi Andrea Palladino ed Andrea Tornago con il blog Toxicleaks in collaborazione con Greenpeace.

I documenti: i conti non tornano –  La Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ha avviato l'iter per la desecretazione dei documenti che riguardano il caso Alpi – Hrovatin e la vicenda delle cosiddette navi dei veleni, ovvero i cargo misteriosamente scomparsi nel Mediterraneo che si sospettano essere stati affondati con a bordo rifiuti tossici. Ma sul numero dei documenti i pareri sono discordanti. I titoli dei documenti più importanti sarebbero contenuti negli indici degli atti di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta nello specifico si tratta delle commissioni bicamerali d'inchiesta sui rifiuti della XIV e della XVI legislatura presiedute rispettivamente dagli onorevoli Paolo Russo e Gaetano Pecorella del Popolo della Libertà e della già citata commissione Taormina sull'omicidio Alpi – Hrovatin. Secondo i bene informati si tratterebbe complessivamente di circa 1800 documenti. La segreteria della presidenza della Camera ha però svolto una ricerca tra gli indici che ha portato alla definizione di un numero di file nettamente inferiore ai 1800 rispetto ai quali è stato avviato l'iter per la desecretazione. Pochi giorni prima del ventesimo anniversario dell'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Greenpeace ha reso pubblici i titoli di 750 file secretati. Un numero notevolmente maggiore rispetto a quelli per i quali si è avviato l'iter per togliere il segreto.

I dossier segreti – Tra i titoli dei file resi pubblici da Greenpeace circa 400 sono stati redatti dall'AISE il servizio segreto militare, mentre 146 sono stati redatti dal Copasir – il comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti – durante la presidenza di Massimo D'Alema. I dossier segreti i cui titoli sono stati resi pubblici da Greenpeace, riguardano proprio i casi Alpi e "navi dei veleni", tra questi tanti riguardano il procedimento penale presso il tribunale di Reggio Calabria n°2114/94 R.G.N.R.  quello relativo alle navi di rifiuti tossici con particolare attenzione al faccendiere Giorgio Comerio al centro di diversi intrighi internazionali sui rifiuti. Comerio progettò un sistema di inabissamento di rifiuti pericolosi in mare attraverso il lancio di siluri, il "Progetto Urano". Tra i documenti dei servizi segreti anche dossier sulle "mediazioni d'affari" in Somalia, sul traffico di rifiuti a Mogadiscio ed in altri paesi esteri come Sierra Leone, Nigeria, Montenegro, Albania, Indonesia. Tanti anche i documenti che hanno per oggetto i nomi di molte navi scomparse come la Jolly Rosso che si spiaggiò sulla costa di Amantea in Calabria nel 1990 e su cui si presume ci fossero i missili di rifiuti progettati da Comerio, ma anche la nave siriana Zanoobia che nel 1988 arrivò piena di rifiuti tossici nel porto di Massa Carrara e di cui si persero poi le tracce, e poi ancora la Jolly Rubino, la Rigel, la Korbi, il Cunsky. Pochi i documenti dell'AISI – il servizio segreto interno – anche se uno di questi potrebbe essere utile a spiegare un'altro disastro quello dei rifiuti campani, è il "Dossier Emergenza Rifiuti in Campania" redatto dai servizi segreti nel maggio del 2008.

Saranno i servizi segreti a decidere – Una volta presa la decisione politica dunque sarà tolto il segreto su tutto? Non è proprio così.
"Su questi documenti non è stato posto il segreto di stato quindi dovranno decidere le agenzie dei servizi", spiega a Fanpage Felice Casson, senatore del Partito Democratico e segretario del Copasir.
"Credo che a distanza di tanti anni non abbia senso mantenere il segreto su questi documenti" ci dice Casson. Nel caso in cui venga negato dall'AISE e dell'AISI la desecretazione si può ricorrere al Presidente del Consiglio per chiedere se viene confermata la posizione di segreto ed in caso di conferma si può ricorrere infine alla Corte Costituzionale. Un iter dunque che potrebbe essere particolarmente lungo. A dover fare tutti questi passaggi però dovrà essere il magistrato inquirente ovvero Giuseppe Pignatone titolare dell'inchiesta sull'omicidio Alpi – Hrovatin.

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