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Blitz anti terrorismo a Bruxelles, 12 fermi: “Volevano colpire durante Belgio-Irlanda”

Il blitz è stato realizzato nella regione di Bruxelles ma anche in Vallonia e nelle Fiandre dopo un’intercettazione in cui si parlava di un attacco imminente.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE: Secondo i media locali, i fermati volevano colpire durante la partita di Euro 2016 tra Belgio e Irlanda in luoghi di ritrovo dei tifosi come centri commerciali e stazioni per fare il maggior numero di vittime umane. La partita infatti si svolge oggi alle 15 in Francia. A scatenare l’imponente operazione, secondo il quotidiano belga Le Soir, è stata l’intercettazione di una telefonata che parlava di attentati imminenti nella capitale belga. Al momento comunque nel Paese l'allerta resta a livello 3 su 4, cioè con minaccia grave e verosimile, ma senza informazioni specifiche su un atto circoscritto. Intanto a Bordeaux, dove è in programma la sfida calcistica Belgio – Irlanda, a poche ore dall’inizio del match è stato individuato un pacco sospetto subito che ha scatenato scene di panico fra la gente presente dopo le notizie di Bruxelles.

Torna in Belgio l'incubo terrorismo: a quasi tre mesi dagli attentati che colpirono Bruxelles il 22 marzo la polizia belga ha fermato dodici persone sospettate di preparare un nuovo attacco. Le forze di sicurezza hanno compiuto una retata in 16 comuni della regione di Bruxelles, ma anche nelle Fiandre e in Vallonia. Quaranta le persone interrogate. A dare la notizia sono fonti della stampa, ma la conferma è arrivata anche dall Procura della capitale belga. Sono state 152 le perquisizioni effettuate tra Bruxelles,  Molenbeek-St.-Jean, Schaerbeek, Anderlecht, Koekelberg, Berchem-Sainte-Agathe, Evere, Forest, Watermael-Boitsfort, Ganshoren, Zaventem, Ninove, Wemmel, Fleurus, Tubize e Liegi, secondo un comunicato diramato dalla Procura federale.

Il blitz non ha portato alla scoperta di armi o esplosivi, ha spiegato l'ufficio del procuratore federale in un comunicato, aggiungendo che "le prove raccolte durante l'indagine hanno reso necessario un intervento immediato". Stando a quanto spiega BmfTv, molti dei sospetti erano intercettati e pedinati da settimane dalla squadra antiterrorismo perché ritenuti membri di una cellula che aveva la volontà, ma soprattutto i mezzi per commettere attacchi. Secondo Le Soir a scatenare l'imponente operazione sarebbe stata l'intercettazione di una telefonata che parlava di attacchi imminenti a Bruxelles. La polizia belga intanto ha arrestato un nuovo sospetto ritenuto complice degli attentati del 22 marzo a Bruxelles. Si tratta di Youssef E.A., 31enne belga che lavorava all'aeroporto di Zaventem, dove un kamikaze si è fatto esplodere: è accusato di strage terroristica.

Poliziotti uccisi a Parigi: spunta l'ipotesi della vendetta personale

Nel frattempo il quotidiano Liberation ha fatto sapere che dietro il presunto attentato di matrice jihadista che nei giorni scorsi ha fatto ripiombare Parigi nell'incubo del terrorismo potrebbe esserci in verità una vendetta personale. Secondo il quotidiano francese, infatti, Larossi Abballa, il killer dei poliziotti Jean-Baptiste Salvaing e Jessica Schneider, avrebbe pronunciato una frase durante il negoziato con le teste di cuoio a Magnanville. "Lui era venuto a casa mia, adesso sono io che vengo a casa sua", avrebbe detto. Parole che lascerebbero intendere che fra il killer e il poliziotto Salvaing c'era stato qualcosa in passato.

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