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Berlino, al referendum per espropriare 240mila case ai colossi immobiliari trionfano i sì

Al referendum, promosso dal comitato “Deutsche Wohnen & Co enteignen” (“Espropriare Deutsche Wohnen”, con esplicito riferimento al colosso immobiliare tedesco), hanno votato a favore il 56,4% dei cittadini della capitale e contro il 39%. “Vogliamo cacciare gli speculatori e gli squali da questa città”
A cura di Davide Falcioni
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"Troppe persone senza casa, troppe case senza persone": recita così uno storico slogan dei movimenti per il diritto all'abitare che in tutta Europa – Italia compresa – si battono affinché vengano potenziate le politiche abitative a favore dell'edilizia pubblica. Ebbene, una buona notizia arriva dalla Germania, dove non si è votato solo per il rinnovo del Parlamento e la formazione del nuovo governo ma – a Berlino – anche per espropriare centinaia di migliaia di appartamenti vuoti alle società immobiliari. Al referendum, promosso dal comitato "Deutsche Wohnen & Co enteignen" ("Espropriare Deutsche Wohnen", con esplicito riferimento al colosso immobiliare tedesco), hanno votato a favore il 56,4% dei cittadini della capitale e contro il 39%. Rouzbeh Taheri, portavoce del comitato referendario, ha commentato la vittoria spiegando che "il voto dimostra che la popolazione è favorevole agli espropri. Vogliamo cacciare gli speculatori e gli squali da questa città. Mi aspetto che la prossima coalizione di governo, qualunque essa sia, stabilisca una tabella di marcia chiara per la stesura di una legge sulla socializzazione delle case".

Nello specifico, il comitato promotore del referendum punta ad espropriare più di 240mila proprietà sfitte appartenenti a grandi società immobiliari, ovvero le aziende che possiedono più di 3mila immobili, con l’esclusione di cooperative ed enti senza scopo di lucro. Le società verrebbero indennizzate con un compenso stimato al ribasso rispetto all’attuale valore di mercato, mentre i beni sarebbero trasferiti a una società di diritto pubblico per una gestione basata su principi di solidarietà e uguaglianza. L’iniziativa poggia sull’articolo 15 della Costituzione tedesca che consente l’esproprio di terreni e mezzi di produzione se questo è giustificato da ragioni di interesse pubblico.

Il "sì" dei cittadini berlinesi all'esproprio delle case rappresenta una chiara indicazione politica per il futuro governo e per le forze politiche. Il voto referendario, tuttavia, non è vincolante perché non è stato votato uno specifico disegno di legge: spetterà ora al nuovo Senato e alla neoeletta Camera dei Rappresentanti farlo, anche se non mancheranno chiaramente i problemi: oltre alle prevedibili pressioni delle società immobiliari proprietarie della case vuote ci sono le difficoltà dei principali partiti tedeschi, tutti formalmente contrari agli espropri. Non sono infatti a favore SPD, CDU, AfD e FDP, mentre la sola Linke è d'accordo "senza se e senza ma" mentre i Verdi lo sono solo “come ultima risorsa”.

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