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Beirut, strage alla manifestazione: raffiche di mitra, almeno 6 morti e decine di feriti

La protesta è sfociata nel sangue oggi a Beirut, in Libano, dove si è assistito a vere e proprie scene di guerra tra raffiche di mitra, scambi di colpi, gente in fuga e cadaveri a terra insanguinati. Centina di persone si erano radunate in strada quando qualcuno ha iniziato a sparare scatenando l’inferno.
A cura di Antonio Palma
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Una manifestazione di protesta in piazza è degenerata in scontri armati ed è sfociata nel sangue oggi a Beirut, in Libano, dove si è assistito a vere e proprie scene di guerra tra raffiche di mitra, scambi di colpi, gente in fuga e cadaveri a terra insanguinati. Il bilancio delle vittime, purtroppo ancora parziale, parla di almeno sei morti e decine di feriti. A scontrarsi in strada miliziani sciiti di Amal e Hezbollah e i militari dell'esercito regolare libanese chiamati a seguire la manifestazione di piazza convocata questa mattina dai gruppi sciiti. Centina di persone si erano radunate in strada quando qualcuno ha iniziato a sparare scatenando l'inferno. Le milizie sciite hanno risposto al fuoco e la sparatoria ha provocato almeno 6 morti e 20 feriti.

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Questa mattina centinaia di manifestanti dei movimenti sciiti Amal e Hezbollah avevano inscenato un corteo  tra le strade della capitale libanese con l'obiettivo di arrivare davanti al palazzo di giustizia per protestare contro il giudice che indaga sulla drammatica esplosione al porto dell'agosto 2020. Il giudice infatti accusa Hezbollah di essere tra i responsabili della devastante esplosione del 4 agosto dello scorso anno che ha squassato al zona portuale dei Beirut facendo 219 morti e nei giorni scorsi, Ali Hassan Khalil, ex ministro e deputato di Amal, è stato formalmente incriminato nell'inchiesta.

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Gli scontri armati di oggi quando il corteo di protesta era nei pressi del quartiere cristiano di Ayn Remmane dove si trova il Palazzo di giustizia. "L'esercito è intervenuto per circondare l'area e schierarsi nei quartieri e negli ingressi", spiegano le forze armate che avevano avvertito di essere pronte a sparare su chiunque stesse esplodendo colpi d'arma da fuoco. Hezbollah e Amal, dal loro canto parlano di "cecchini" non meglio identificati che avrebbero aperto il fuoco per primi contro i manifestanti facendo scattare la loro reazione. Una situazione di tensione che rischia ore di diventare una nuova miccia per innescare un nuovo conflitto tra dei vari gruppi religiosi in Libano. Intanto i primo ministro, Najib Mikati, in una dichiarazione ha lanciato un appello alla calma e ha invitato le persone a "non farsi trascinare in un conflitto civile".

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