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Esplosione a Beirut, in Libano

Beirut, il capitano della nave che trasportò nitrato d’ammonio: “Il governo libanese sapeva tutto”

Boris Prokoshev, marinaio russo ormai in pensione che però nel 2013 era capitano della nave che trasportò tonnellate e tonnellate di nitrato di ammonio nel porto di Beirut, ha raccontato cosa è successo alla Associated Press: “È il governo del Libano che ha portato a questa situazione, le autorità sapevano tutto: ecco come è andata”.
A cura di Ida Artiaco
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"È il governo del Libano che ha portato a questa situazione, le autorità sapevano tutto". A parlare è Boris Prokoshev, marinaio russo ormai in pensione che però nel 2013 era capitano della nave che trasportò tonnellate e tonnellate di nitrato di ammonio nel porto di Beirut. Nessuno, compreso lui, avrebbe mai immaginato che proprio quel carico avrebbe dato vita ad una esplosione che avrebbe devastato buona parte della città, provocando la morte di oltre 150 persone e il ferimento di altre cinquemila, mentre continua la conta dei danni e dei dispersi. Eppure, Prokoshev, oggi 70 anni, ha confermato, in una intervista rilasciata alla Associated Press, che l'ha raggiunto nella sua casa a Verkhnee Buu, 1.300 chilometri a sud di Mosca, che da anni i leader del Paese sapevano di questo problema.

"La nave era partita da Batumi, in Georgia, sul Mar Nero nel 2013, ed era diretta a Beira, in Mozambico, ma ha fatto scalo a Beirut – ha spiegato ancora l'ex capitano -. L'armatore, però, non aveva pagato le tasse portuali. E per questo i libanesi hanno bloccato la nave, sequestrandola. Sapevano benissimo che dentro c'era un carico pericoloso". Sul carico, si sa che proveniva dalla città georgiana di Rustavi, sede di un grande impianto di produzione chimica. All'epoca Igor Grechushkin, proprietario russo della nave, acquistata nel 2012 dall'uomo d'affari cipriota Charalambos Manoli, è stato pagato 1 milione di dollari per trasportare il pericoloso carico dalla Georgia al Mozambico, ha precisato Prokoshev. La sua nave, la MV Rhosus non avrebbe neppure dovuta essere in Libano, ma ha fatto tappa a Beirut per cercare di guadagnare denaro extra, per estinguere i suoi debiti, prendendo a bordo diversi pezzi di macchinari pesanti, i quali si sono però rivelati fin troppo pesanti e l'equipaggio si è rifiutato di accettarli. La stessa imbarcazione è stata poi sequestrata dalle autorità libanesi per non aver pagato le tasse portuali e da allora non ha mai lasciato quel porto.

Prokoshev e altri tre membri dell'equipaggio, cittadini ucraini, sono stati costretti a rimanere a bordo e non hanno potuto lasciare la nave a causa delle restrizioni alla dogana fino all'anno successivo e dopo l'intervento dei loro avvocati, aggiungendo che Grechushkin li aveva lasciati al loro destino, senza neppure pagare loro gli stipendi. Intanto, il carico era stato trasferito in un magazzino nel porto di Beirut dopo che l'equipaggio ha lasciato la nave, ha detto Prokoshev, e lì è rimasto fino a quando non è esploso lo scorso 4 agosto. "È molto brutto che delle persone siano morte – ha concluso Prokoshev -; non avevano nulla a che fare con questo. E ho capito che è stato il governo del Libano a causare questa situazione ".

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