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Bambini malati di cancro nel rifugio dell’ospedale di Kiev: “Senza cure immediate, moriranno”

Arriva dall’ospedale pediatrico di Kiev il grido d’allarme di una dottoressa che ha in cura i bambini malati di cancro. “Le cure sono state interrotte – spiega dal seminterrato del nosocomio dove hanno trovato rifugio – se non riprenderanno, rischiano tutti di morire”
A cura di Chiara Ammendola
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Bambini oncologici nel rifugio dell'ospedale pediatrico Okhmadet a Kiev (foto AP/Emilio Morenatti)
Bambini oncologici nel rifugio dell'ospedale pediatrico Okhmadet a Kiev (foto AP/Emilio Morenatti)

Non solo soldati e civili, molte delle vittime di questa guerra tra Russia e Ucraina saranno silenti e si tratta dei malati di cancro, di quelli che si stanno curando e di quelli che ancora non sanno di esserlo, che dovranno rimandare diagnosi e cure a causa del conflitto in corso. E a pagare il prezzo il più alto saranno i bambini. La denuncia arriva dalla dottoressa Lesia Lysytsia che lavora all'ospedale pediatrico di Okhmatdyt, a Kiev e che insieme a tanti pazienti oncologici ha trovato rifugio insieme ai suoi piccoli pazienti all'interno dei seminterrati del nosocomio. Qui i bambini stanno continuando le loro cure, anche se in minima parte visto che le attrezzature sono altrove, ma il pericolo è che con l'interruzione di alcuni dei trattamenti in molti rischiano di morire.

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Il fotografo Emilio Morenatti ha immortalato alcuni di questi bambini che ormai da giorni si nascondono insieme con le proprie famiglie nei seminterrati degli ospedale della città di Kiev, sotto assedio da parte delle truppe russe. Pur essendo diversi metri sotto terra, il boato provocato dalle esplosioni continue rende il sonno agitati per tutti, compresi i padri e le madri che tentano di dar forza ai propri figli, tranquillizzandoli e incoraggiandoli a mangiare. Ma la situazione è precaria soprattutto a causa delle condizioni di salute di questi piccoli pazienti che hanno bisogno di restare in forze e di cure continue: "Questi bambini soffrono di più perché hanno bisogno di rimanere in vita per combattere il cancro – spiega la dottoressa – e questa lotta non può aspettare".

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Medici e infermieri cercano di fornire ai bambini le cure che possono, nonostante la diminuzione delle scorte di farmaci necessari ai trattamenti. Per questo le chemioterapie sono state interrotte al momento con il timore e la possibilità che molti possano aggravarsi col passare dei giorni: "Se l'interruzione del trattamento continua, i nostri pazienti moriranno", le parole della dottoressa Lysytsia. La speranza è quella di poter uscire dai seminterrati e raggiungere il vicino centro medico di Leopoli, nell'Ucraina occidentale, dove le forniture sono più abbondanti e le condizioni sono più sicure, per poi trasferire alcuni dei bambini le cui condizioni di salute sono più gravi in Polonia. Ma il tempo scorre e anche varcare il confine sta diventando rischioso. Intanto una coppia di genitori ha deciso di lasciare il rifugio per portare la figlia di soli 37 giorni, malata di leucemia, a Leopoli: "È in condizioni critiche, la sua storia è la più difficile da raccontare – conclude la dottoressa – non so come sopravviverà a tutto questo".

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