
Raid russo con 800 droni e 13 missili sull’Ucraina: diversi morti, colpito palazzo del governo di Kiev

Un’ondata di fuoco ha investito l’Ucraina nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Centinaia di droni e missili lanciati dalla Russia hanno preso di mira diverse città, seminando panico e devastazione da Kiev a Odessa, fino alle regioni orientali e meridionali del Paese.
Secondo le autorità ucraine, si è trattato di uno degli attacchi più estesi degli ultimi mesi: si parla di 805 droni e 13 missili lanciati contro il territorio ucraino. Ad annunciarlo sono state le Forze armate di Kiev, precisando che 751 di questi sono stati intercettati e abbattuti.
La capitale Kiev è stata colpita duramente. I detriti dei droni intercettati hanno centrato diversi edifici residenziali nei quartieri Sviatoshynskyi e Darnytskyi, provocando incendi e gravi danni. Il sindaco Vitali Klitschko ha confermato che almeno due persone sono morte nel quartiere Svyatoshynsky, tra cui un bambino di un anno e la mamma 32enne, mentre i feriti sono diciotto, tra cui una donna incinta. Testimoni hanno riferito di auto in fiamme e di colonne di fumo che si alzavano nel cielo della città.
L’attacco ha raggiunto anche il cuore politico dell’Ucraina. Il tetto e i piani superiori del palazzo del Consiglio dei ministri, sede del governo a Kiev, sono stati seriamente danneggiati. Lo ha dichiarato la premier Yulia Svyrydenko, spiegando che "i soccorritori stanno spegnendo l’incendio". Un giornalista dell’Afp ha descritto elicotteri che sorvolavano l’edificio lasciando cadere getti d’acqua sulle fiamme.
Il Servizio di emergenza statale ha reso noto che diversi grattacieli della capitale hanno subito danni significativi e ha diffuso immagini dei vigili del fuoco in azione. Secondo le autorità, solo a Kiev l’attacco ha provocato due vittime e 18 feriti, mentre il bilancio complessivo degli assalti in tutto il Paese sale ad almeno quattro morti e decine di feriti.
Anche Odessa ha vissuto ore drammatiche: come ha spiegato il governatore regionale Oleh Kiper, i droni hanno colpito abitazioni private e infrastrutture civili. A Zaporizhzhia, ferite almeno 15 persone, quattro delle quali ricoverate in ospedale, secondo quanto riferito dal capo dell’amministrazione militare Ivan Fedorov, che ha diffuso immagini di edifici residenziali distrutti. A Kryvyj Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky, diversi siti civili e strategici sono stati colpiti, mentre esplosioni hanno scosso anche Kharkiv e Dnipro. In quest’ultima regione un uomo di 54 anni è rimasto ucciso.
Un ulteriore bombardamento ha interessato la regione di Sumy, al confine nord-orientale con la Russia. Lì, un attacco alla periferia di Putyvyl ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre, tra cui un bambino di nove anni, secondo quanto dichiarato dal governatore militare Oleg Grygorov.
Nonostante la gravità dei danni, le autorità sottolineano che gran parte dei droni sono stati intercettati. Tuttavia, la pressione resta altissima e il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore.
"Questi attacchi non sono solo crimini deliberati, ma un modo per prolungare la guerra. Da Washington è chiaro: al rifiuto del dialogo seguiranno sanzioni. È urgente attuare gli accordi di Parigi e rafforzare la difesa aerea: ogni sistema in più salva vite. La comunità internazionale ha il potere di fermare i criminali del Cremlino, serve solo volontà politica". Queste le parole del presidente Volodymyr Zelensky in merito agli attacchi della notte. Il numero uno ucraino ha ribadito la necessità di rafforzare le difese e ha rilanciato un appello alla comunità internazionale: "La Russia deve essere spinta alla pace". Dal Cremlino, però, il portavoce Dmitrij Peskov ha gettato nuove ombre sulle prospettive diplomatiche, dichiarando all’agenzia Tass che "il dialogo futuro sull’Ucraina è ancora piuttosto difficile".
Con la popolazione costretta ancora una volta a passare la notte nei rifugi e con vittime innocenti tra le macerie, l’attacco conferma quanto il conflitto resti lontano da una soluzione e quanto la guerra aerea continui a essere un’arma di terrore quotidiana per milioni di ucraini.
"Ieri sera la Russia ha lanciato uno dei più grandi attacchi missilistici e con droni contro l'Ucraina, prendendo di mira sia edifici governativi sia abitazioni civili. Ancora una volta il Cremlino si fa beffe della diplomazia, calpesta il diritto internazionale e uccide indiscriminatamente". Lo scrive su X la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "L'Europa sostiene e continuerà a sostenere pienamente l'Ucraina – aggiunge -. Stiamo rafforzando le forze armate ucraine, creando garanzie di sicurezza durature e inasprendo le sanzioni per aumentare la pressione sulla Russia". "Le uccisioni – conclude – devono finire".