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Ancora sangue in Medio Oriente, uccisi tre palestinesi

Uno degli ultimi episodi riguarda un’agente della Guardia di frontiera israeliana che è stata accoltellata a Hebron: la donna ha risposto all’attacco uccidendo la sua assalitrice palestinese.
A cura di Susanna Picone
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Dopo le tensioni di ieri prosegue l'ondata di violenza in Medio Oriente nella terza settimana della cosiddetta “intifada dei coltelli”. Almeno tre i tentativi di accoltellamento di questa mattina registrati tra Hebron e Gerusalemme est. Un’agente della Guardia di frontiera israeliana è stata accoltellata a Hebron, in Cisgiordania. La donna ha risposto all’attacco con colpi di arma da fuoco, uccidendo la sua assalitrice palestinese. Lo riferisce la radio militare. Precedentemente in un insediamento ebraico di Armon Hanatziv, a Gerusalemme est, un palestinese ha cercato di pugnalare un agente della guardia di frontiera che lo aveva fermato per un controllo. Lo ha riferito la polizia in un comunicato, spiegando che le forze di sicurezza hanno reagito uccidendo l'aggressore, un ragazzo di 16 anni. Ancora prima un altro colono israeliano ha ucciso un palestinese 18enne che aveva cercato di pugnalarlo a Hebron. Il colono israeliano sarebbe invece rimasto illeso.

Ieri incendiata Tomba di Giuseppe a Nablus – Ieri, nel giorno del venerdì della “collera” proclamato da Hamas, manifestanti palestinesi hanno dato fuoco a parti della Tomba di Giuseppe a Nablus in Cisgiordania, mentre un soldato israeliano è stato pugnalato ad Hebron nei Territori da un palestinese travestito da giornalista. Almeno quattro i morti palestinesi: l'accoltellatore del soldato, due manifestanti a Gaza che cercavano di sfondare la barriera al confine e un 19enne a Nablus colpito negli scontri. Dagli Stati Uniti il presidente Barack Obama ha condannato le violenze e ha invitato tanto Benyamin Netanyahu quanto Abu Mazen a “fermare le violenze ora e provare a risolvere i problemi ora”. Obama ha sottolineato come “Israele ha il diritto di difendersi e di proteggere i suoi cittadini e i palestinesi hanno il diritto di poter seguire le loro legittime aspirazioni”.

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