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Cisgiordania, palestinesi incendiano Tomba di Giuseppe a Nablus

L’assalto al sito sacro per gli ebrei coincide con la ‘Giornata di collera’ indetta da Hamas in Cisgiordania e a Gerusalemme est al termine delle preghiere del venerdì. Resta quindi altissima la tensione tra israeliani e arabi.
A cura di Biagio Chiariello
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Hamas chiama i palestinesi ad un “Giorno di Rabbia” contro Israele e la risposta arriva poco prima dell'alba con un gesto particolarmente sacrilego nei confronti degli ebrei: un gruppo di arabi ha infatti dato alle fiamme la tomba di Giuseppe, venerata dagli ebrei a Nablus, nel Nord della Cisgiordania occupata: lo hanno riferito la stessa polizia palestinese, oltre che l'esercito israeliano. Il blitz è cominciato con il lancio di bottiglie Molotov, è durato per ore e l’incendio, prima che fosse estinto, ha causato gravissimi danni alla sezione per le donne del luogo dove ebrei e cristiani ritengono sia sepolto uno dei Patriarchi della Bibbia. Fortunatamente non vi sono feriti. Successivamente le forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese sono intervenute per disperdere la folla, sparando in aria.

La Tomba di Giuseppe è venerata dagli ebrei

Per gli ebrei, la tomba contiene le spoglie di Giuseppe, uno dei dodici figli di Giacobbe. Ma questo sito sacro è venerato anche da musulmani, cristiani e samaritani .Per Peter Lerner, portavoce militare israeliano, si tratta della “dissacrazione di un luogo sacro” che comporta una “lampante violazione della libertà di culto”. Il ministro Uri Ariel (del Partito nazionalista focolare ebraico) ha commentato: "Gli stessi palestinesi, mentre mentono sfrontatamente quando denunciano un asserito cambiamento da parte nostra dello status quo del Monte del Tempio (la Spianata delle moschee – ndr) a loro volta profanano e bruciano un luogo sacro all'ebraismo". Secondo gli accordi di Oslo sull’autonomia palestinese (1993), la Tomba dove rimare sotto controllo israeliano. Ma la Tzahal lo ha lasciato nell'ottobre 2000, poco dopo l’inizio della seconda Intifada. Parzialmente distrutta dai palestinesi, il sito è stato restaurato e trasformato in moschea.

Nuova Intifada

Come detto, l’assalto alla Tomba di Giuseppe coincide con l’appello lanciato dai leader di Hamas per un “Giorno della Rabbia” in occasione dell’odierno venerdì di preghiera, invitando ad attaccare l'esercito israeliano "per punirlo dei suoi crimini" e esortando tutti i gruppi palestinesi a partecipare a queste azioni. Dal 1° ottobre nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est si susseguono violenze e accoltellamenti, tanto che c’è chi parla di una nuova Intifada. Almeno 32 persone sono morte e un migliaio sono rimaste ferite dall'inizio degli scontri.

Quattro palestinesi uccisi negli scontri

Quattro palestinesi sono morti oggi durante gli scontri con le forze armate israeliane nella cosiddetta giornata di Collera. A Kiryat Arba, insediamento alle porte di Hebron un uomo è stato ucciso dalle forze di sicurezza israeliano dopo che aveva accoltellato un agente fingendosi un reporter. Altri due palestinesi sono stati colpiti a morte durante le proteste scoppiate al confine con la Striscia di Gaza, nella zona nord dell'enclave, mentre un altro ancora è stato ucciso in scontri a Beit Furik, vicino Nablus.

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