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Algeria, morto Ahmed Gaid Salah: l’ultimo “uomo forte” del più grande paese africano

Ahmed Gaid Salah, capo di Stato maggiore dell’Esercito popolare algerino e vice ministro della Difesa, è morto stamattina dopo aver subito un infarto: aveva 79 anni. Il neo-eletto presidente Abdelmadjid Tebboune, suo amico personale, ha annunciato tre giorni di lutto.
A cura di Davide Falcioni
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Ahmed Gaid Salah, capo di Stato maggiore dell'Esercito popolare algerino e vice ministro della Difesa, è morto stamattina dopo aver subito un infarto: aveva 79 anni. Il neo-eletto presidente Abdelmadjid Tebboune, suo amico personale, ha annunciato tre giorni di lutto (sette giorni invece per le istituzioni militari), nominando come sostituto il capo delle Forze terrestri, Said Chingriha, noto per il "pugno duro" usato nella lotta contro il terrorismo. La scomparsa di uno dei protagonisti che, nel bene o nel mane, ha segnato il recente periodo "post-Bouteflika" dell'Algeria, il più grande paese del continente africano e importante fornitore di gas dell'Europa, avviene poco dopo l'insediamento di Tebboune e la nomina di un nuovo governo "ad interim" guidato dal ministro Esteri Sabri Boukadoum. Il generale lascia il paese nelle mani di un presidente eletto ma contestato alla piazza, che avrà il non semplice compito di traghettare il paese fuori da una crisi che dura ormai da più di dieci mesi.

In un recente report dell'ISPI, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, viene tratteggiato un ritratto di Salah come di un politico determinante in questa fase:  “L’opaca catena del potere algerino va fatta risalire ai militari, e in particolare al capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Ahmed Ghaid Salah, veterano della guerra d’indipendenza, che de facto governa il paese dopo le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika. Vero ‘game-changer’ dell’attuale situazione politica, Salah è stato in grado di riposizionare l’esercito nell’immaginario collettivo, nonostante i militari siano stati essenziali a mantenere le pouvoir saldo al comando per 20 anni. Dopo aver sollecitato le dimissioni di Bouteflika e neutralizzato i vertici dei potenti servizi di intelligence sull’onda delle manifestazioni di piazza, il generale ha dichiarato che l’esercito si era ‘allineato' alle legittime aspirazioni del popolo algerino. Un’acrobazia da politico consumato, valsa ai militari uno degli slogan più diffusi nelle piazze algerine degli ultimi mesi: ‘L’esercito e il popolo sono fratelli'".

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