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Abusata dal nonno pedofilo da quando aveva 13 anni: “Baci e palpatine mentre la nonna dormiva”

La storia di Jade Edwards, mamma di 23 anni di Liverpool, abusata da quando aveva 13 anni dal nonno paterno. Dopo averlo incastrato pubblicando su Facebook i messaggi che lui le inviava in privato, l’uomo è stato condannato a 15 mesi di carcere ma lei è stata rinnegata dalla sua famiglia: “Mi diceva che mi voleva più di ogni altra cosa, che era dispiaciuto ma che mi amava così tanto da non riuscire a fermarsi”.
A cura di Ida Artiaco
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Joseph Edwards e la nipote Jade (HotSpot Media).
Joseph Edwards e la nipote Jade (HotSpot Media).

Per anni è stata abusata dal nonno pedofilo e, quando finalmente è riuscita a denunciarlo e lui è stato mandato in prigione, è stata allontanata e rinnegata dalla sua famiglia, che continua a non crederle nonostante l'evidenza. È questa la storia di Jade Edwards, oggi 23 anni e madre di due bambini, che da quando aveva 13 anni è stata costretta a subire le violenze di suo nonno paterno Joseph, 69 anni, nella loro casa a Liverpool, mentre la nonna dormiva al piano superiore. Dopo 7 anni, la ragazza ha incastrato l'uomo pubblicando su Facebook gli screen dei messaggi che lui le mandava in privato. Una prova schiacciante dell'incubo che aveva dovuto sopportare e per il quale il suo aguzzino è stato dichiarato colpevole nell'ottobre del 2018 e condannato a 15 mesi di carcere.

È stata proprio Jade a raccontare alla stampa locale la sua storia drammatica. "Consideravo mio nonno il mio migliore amico – ha detto -. Crescendo ero sempre con lui, perché mi faceva sentire speciale, ma poi quelle attenzioni che lui aveva per me si sono trasformate in altro". Era il 2009 quando si è verificato il primo episodio di abusi. Jade era sul divano a guardare la tv quando suo nonno ha provato a toccarle il sedere: "Mi disse che la nonna era al piano di sopra, che stava dormendo e che finalmente eravamo rimasti da soli. Ero confusa, non riuscivo a capire bene cose stesse succedendo, avevo 13 anni". Nove mesi dopo quell'episodio, nonno e nipote fecero una gita alla spiaggia di Southport dopo la scuola, ma quando arrivarono in un parcheggio isolato lui spense il motore della macchina e si avventò su di lei. "Ha cominciato a baciarmi e a toccarmi, mentre io piangevo e non sapevo cosa fare. Ero umiliata e spaventata".

Di quella vicenda Joseph chiese a Jade di non farne parola né con sua madre né con la nonna, questo sarebbe stato il loro piccolo segreto. Ma le violenze dopo quel giorno si sono ripetute ancora e la ragazza non ha mai raccontato a nessuno quello che le stava succedendo. "Mi diceva che era innamorato di me – ha continuato – ma poi quando ho compiuto 16 anni ho capito che ne avevo abbastanza". A luglio del 2012 Jade decise di denunciare il 69enne, ma non aveva alcuna prova delle violenze subite. Così, gli inviò alcuni messaggi. "Gli ho chiesto perché mi avesse fatto tutto questo. Lui rispose che mi voleva più di ogni altra cosa, che era dispiaciuto ma che mi amava così tanto da non riuscire a fermarsi. Feci leggere le conversazioni ai miei genitori, che però non mi hanno mai creduto e così non ne ho più parlato con nessuno". Nel novembre del 2016 ha trovato finalmente il coraggio di denunciare l'uomo alla polizia: "Ho conservato quei messaggi, li ho portati alle forze dell'ordine e poi li ho resi pubblici su Facebook".

Arrestato il giorno successivo, Joseph ha sempre negato le accuse rivoltegli dalla nipote, ma quello scambio di messaggio è stato utilizzato come prova nel processo che si è aperto a suo carico e al termine del quale è stato condannato a 15 mesi di carcere. "Non è molto, ma è qualcosa – ha concluso Jade -. Ora sto cercando di andare avanti con la mia vita, lo devo ai miei due bambini. Forse ho perso per sempre la mia famiglia, ma ciò che conta è che abbia trovato il coraggio di parlare e abbia avuto finalmente giustizia per tutto quello che ho subito".

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