Abusa del 13enne a cui fa da babysitter: dopo tre anni scopre che è il padre di sua figlia

Leah Cordice, 20 anni, è stata giudicata colpevole di atti sessuali con minore per aver avuto una relazione e un figlio con il ragazzo di 13 anni a cui faceva da babysitter. È  accaduto nel 2017 a Windsor, nel Regno Unito. Gli abusi, scoperti solo di recente quando la figlia di Leah è stata sottoposta al test del DNA sono andati in scena nella casa dove Leah faceva da babysitter al ragazzino.

Secondo quanto la vittima ha raccontato in tribunale, Leah lo avrebbe sedotto nella sua stanza, in diverse occasioni. La ragazza sarebbe poi rimasta incinta sposando quello che credeva essere il padre di sua figlia, il suo fidanzato, colui che si è assunto, in buona fede la patria potestà della bimba, Daniel Robbins. "Non ero convinto di volermi sposare così giovane, ma lei era incinta e mi fidavo di lei", dice oggi Robbins, disperato per l'allontanamento della piccola. "Tutto ciò che ho a cuore è stato portato via" ha dichiarato dopo che il test del DNA ha rivelato che non era il padre della bimba nata da Leah Cordice.

A volere il test era stata la madre dell'allora 13enne, cui era stato detto che la bimba di Leah poteva essere sua nipote. Ha pretesto il DNA e quando il risultato ha rivelato che il figlio 16enne ne era il padre, ha trascinato Leh in tribunale. La giovane donna ha provato a negare, accusando a sua volta il ragazzino a cui badava di averla violentata. Oggi è stata condannata per quel crimine e attende di conoscere la sentenza. Nonostante l'accaduto, Robbins ribadisce di non voler vedere la moglie dietro le sbarre.