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Superbonus 110, le ultime notizie

Superbonus 110%, il nuovo decreto: massimali salgono del 20% per inflazione e materie prime

Il ministro della Transizione ecologica ha firmato un provvedimento che eleva i massimi sconti fiscali per il Superbonus al 110%, allineandosi all’inflazione e al boom dei prezzi delle materie prime.
A cura di Giacomo Andreoli
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Salgono gli sconti fiscali del Superbonus 110%, o meglio: i tetti di detrazione vengono allineati all'inflazione e all'aumento dei prezzi delle materie prime. Con un apposito decreto, infatti, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha alzato almeno del 20% i massimali degli interventi per l'efficientamento energetico. Si tratta in tutto di 40 voci, tra cui: gli infissi, il cappotto termico, le schermature solari, gli impianti fotovoltaici e le colonnine di ricarica. In caso di cessione del credito e sconto in fattura, anche ai bonus minori (come Ecobonus e bonus ristrutturazioni al 50%). I tetti nascono da un’analisi che tiene conto dei costi aggiornati dall’Enea e relativi all’utilizzo dell’Ecobonus e del Superbonus nel corso del 2021.

I nuovi tetti massimi di detrazione per i lavori di isolamento termico, quindi, potrebbero essere: 60mila euro per gli immobili unifamiliari o indipendenti in edifici plurifamiliari, 48mila euro per ogni singolo nucleo in edifici da uno a otto unità immobiliari e 36mila euro se ce ne sono più di otto. Per i nuovi impianti di climatizzazione, invece, i limiti dovrebbero diventare: 36mila euro, 24mila euro, 18mila euro. Infine: per gli impianti fotovoltaici il massimo sgravio sarà almeno di 57mila euro per ogni unità immobiliare; per i sistemi di accumulo sempre 57mila euro; per la sostituzione degli infissi 72mila euro.

All'ultimo istante è stata poi tolta dal decreto una modifica che avrebbe reso i costi indicati nelle tabelle onnicomprensivi di qualunque elemento, rappresentando il costo “chiavi in mano” per il cittadino. Questo significa che venivano di colpo ricompresi nei tetti elementi che, da soli, valgono moltissimo: tra il 40% e il 50% del costo totale dei lavori, con esiti molto diversi da cantiere a cantiere. L'impostazione era stata criticata dalle imprese, ma anche dai partiti di maggioranza. Si è quindi deciso di escludere dalle nuove tabelle l’Iva, gli oneri professionali e i costi di posa in opera, che non rientreranno nel calcolo dei tetti.

Cingolani: "Venuti incontro alle esigenze del settore"

Per tutti i costi non esplicitamente previsti nel decreto si fa riferimento ai prezzi predisposto da Regioni e Province autonome, oppure ai listini delle Camere di industria, agricoltura, commercio e artigianato. Servirà sempre l'asseverazione della congruità della spesa da parte di un tecnico abilitato.

«Con questo decreto – ha commentato il ministro Cingolani- si completa l’operazione che sta portando avanti il governo, ponendo un freno all’eccessiva lievitazione dei costi riscontrata in tempi recenti e riportando il Superbonus a un esercizio ragionevole che tuteli lo Stato e i cittadini, venendo incontro anche alle esigenze del settore e dell’efficientamento energetico». I nuovi tetti sono stati accolti con favore dall'Ance e da Confindustria, convinta che però ora serva contrastare con maggiore forza e rigore le frodi, dopo gli ultimi scandali emersi sull'utilizzo dei bonus.

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