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Spread e mutui: chi ha ragione?

Qual è la correlazione fra spread e mutui? Che relazione c’è tra le oscillazioni del differenziale tra Btp e Bund e il prezzo che la banca applica al cliente sul mutuo? Proviamo a fare chiarezza dopo le polemiche delle ultime settimane tra esponenti politici dell’esecutivo Conte e dell’opposizione.
A cura di Domenico Martino
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Lo scontro tra l'ex Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e l'attuale Sottosegretaria all'Economia Laura Castelli, ha generato non poca confusione sullo spread (se ce ne fosse stato ulteriore bisogno). Facciamo un po' di chiarezza. Spread si traduce letteralmente in "allargamento" e in finanza si usa per misurare il rischio di un debitore. Ne sentiamo parlare sempre più spesso a proposito del differenziale tra il rendimento dei Bund e dei BTP, e negli ultimi giorni a proposito dei mutui.

Lo spread tra Bund e BTP funziona in modo molto semplice e lo semplifichiamo con la seguente immagine.

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Il tasso di interesse del BTP che compra Maria viene calcolato sommando due componenti, ovvero il tasso base più lo spread:

  • il tasso base, come noto, è il famoso Bund tedesco e viene preso come riferimento perché la Germania è considerata ed accettata in Europa come l'economia più solida ed affidabile. Questo vuol dire che se Maria compra il Bund, inserisce nel suo portafoglio il titolo con meno rischio in assoluto riconosciuto sul mercato, il "più sicuro".
  • lo spread, rappresenta il rischio maggiore che un investitore si assume acquistando titoli di Stato dell'area euro differenti da quelli tedeschi e dipende da variabili come il debito pubblico, lo sviluppo economico, la credibilità della classe politica del paese, etc. Questo vuol dire che se Maria compra il BTP, inserisce nel suo portafoglio un titolo più rischioso, in quanto l'Italia ha un debito pubblico molto elevato rispetto alla ricchezza che produce il Paese e la classe politica, che cambia molto spesso, non ha la credibilità di quella tedesca. Maria comprando il BTP viene ricompensata del rischio che si assume attraverso un tasso di interesse più elevato per via dello spread.

Passando ai mutui, lo spread  in questo caso rappresenta il prezzo che la banca applica al cliente sul mutuo.

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Il tasso di interesse finale che la banca applica al mutuo del signor Ettore è la somma del tasso base più lo spread:

  • il tasso base, ad esempio il tasso Euribor, che verrà a breve sostituito dal tasso Ester, è il tasso a cui la banca prende a prestito i soldi. Questo vuol dire che Ettore nel tasso di interesse finale ripaga alla banca il costo che questa sostiene per ottenere la liquidità
  • lo spread è il prezzo che la banca applica al mutuo e rappresenta il  vero guadagno. Questo dipende dal rischio di Ettore, ovvero dalla sua capacità di ripagare il mutuo e da che tipo di garanzie offre.

La banca preferirà applicare uno spread più basso ma sopportare un rischio, che qualcuno non paghi, più basso.

Cosa c'entra allora lo spread del BTP con lo spread dei mutui di cui discutevano accesamente Castelli e Padoan? Il problema principale è che lo spread applicato ai mutui è strettamente legato, oltre che al rischio di insolvenza del cliente e alle garanzie prestate, a tutti gli attivi che la banca ha nel bilancio. Lo stato patrimoniale delle banche, che rappresenta la fotografia del patrimonio a una certa data, è composto dall'attivo dove vengono iscritti tutti i beni, i crediti, gli immobili e dal passivo dove vengono collocati sia i debiti di qualsiasi natura sia il patrimonio netto.

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Dalla figura sopra, notiamo che l'attività bancaria è semplicemente quella di utilizzare il denaro depositato dai clienti, prestandolo a chi ne ha bisogno e applicandogli un tasso di interesse, che rappresenta il guadagno.

Basilea II stabilisce che il capitale regolamentare della banca deve essere maggiore o uguale dell'8% della sommatoria delle attività ponderate per il rischio di credito. Passando dal pomposo linguaggio finanziario a conti più spicci, vuol dire che se la banca presta 100 euro al signor Ettore ed esiste la possibilità dell'1% che questo non ripaghi, deve accantonare 8 euro che sono di fatto congelati e non utilizzabili.

Cosa c'entra tutto questo con lo spread dei titoli di Stato? C'entra eccome!

Se lo spread sui titoli di Stato aumenta vuol dire che aumenta la possibilità che lo Stato italiano non ripaghi i suoi debiti, rappresentati dai BTP. Questo vuol dire che se la banca detiene un BTP e la possibilità che lo Stato non ripaghi i suoi debiti è dell'1% deve accantonare e non poter utilizzare 8 euro. Se il rischio che lo Stato non ripaghi aumenta, e di conseguenza sale lo spread, l'1% passa, ad esempio, al 3% per cui la banca dovrà accantonare non più 8 euro ma 24.

In conclusione, per concedere un nuovo mutuo al nuovo cliente, la banca dovrà applicare uno spread più alto. Lo spread più elevato applicato al mutuo servirà a recuperare i 16 euro indisponibili (24-8) e accantonati  per l'aumento del rischio dei titoli di Stato.

Non possiamo dimenticare che le banche devono rispettare una normativa molto stringente e che ogni decisione politica e finanziaria che impatti su di esse, incide inevitabilmente sulle tasche di tutti clienti.

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